One shot two kills


Quel disegno è davvero inquietante: una donna palestinese incinta armata presa nel mirino di un fucile, con una didascalia in ebraico e inglese che significa «Un colpo, due morti». Una maglietta per cecchini di fanteria porta l’iscrizione «Meglio usare Durex» accanto a un’immagine di un bambino palestinese morto, con la sua madre in lacrime e un orsacchiotto accanto a lui. Il battaglione Lavi ha prodotto una maglietta con un disegno di un soldato accanto a una giovane donna con lividi e lo slogan «Scommetto che sei stata stuprata!». Solo pochi esempi dei disegni delle magliette realizzate per i soldati israeliani da Adiv, un piccolo negozio di magliette nel sud di Tel-Aviv. Bambini, neonati morti, moschee distrutte, sono alcuni altri disegni stampati su questi pezzi di abbigliamento vergognosi.

Un portavoce delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) ha spiegato che le magliette sono state stampate su iniziativa privata dei soldati e che i loro disegni «non sono in accordo con i valori dell’IDF e sono semplicemente di cattivo gusto. Questo tipo di umorismo è inaccettabile e dovrebbe essere condannato».

È davvero difficile capire come persone che hanno vissuto gli orrori dell’olocausto possano accettare una condotta così immorale nel loro esercito. Ma ciò che è davvero difficile da accettare è il fatto che solo pochi blog e siti hanno pubblicato il rapporto di Haaretz, un quotidiano israeliano. La maggior parte dei media occidentali ha semplicemente ignorato quella notizia. Perché?

Ho scritto a pochi di loro, sia in Europa che negli USA, inviando loro il puntatore a questo articolo (in inglese). Sto aspettando una risposta.

Aggiornamento del 15 maggio 2009: al momento non c’è stata alcuna risposta e non penso, a questo punto, che ci sarà.


Un commento su “One shot two kills
  1. Avatar photo Dario de Judicibus ha detto:

    This is the list of media I wrote to:

    • Avvenire
    • BBC
    • Daily Telegraph
    • Der Spiegel
    • El Pais
    • Herald Tribune
    • Il Corriere della Sera
    • Il Giornale
    • Il Sole 24 Ore
    • La Stampa
    • Le Monde
    • New York Times
    • Now Toronto
    • Repubblica
    • The Guardian

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