Le ultime dichiarazioni di Prodi sull’Iraq non mi sono piaciute per nulla. Per due motivi: il primo è che le truppe italiane in Iraq non sono truppe occupanti. Qualunque opinione si abbia sull’opportunità o meno di questa guerra e soprattutto sul ruolo assunto dagli Stati Uniti in questo confltto, le truppe italiane hanno dimostrato con i fatti di essere andate in Iraq veramente per aiutare la popolazione civile. Si usa il termine truppe occupanti quando un esercito occupa un Paese per acquisire un vantaggio sul piano strategico, politico o economico. Si può discutere se le truppe americane o inglesi siano o meno occupanti, si può discutere sul fatto se sia stato giusto o meno agire come hanno agito gli americani, ma affermare che i nostri ragazzi siano delle truppe occupanti è a mio avviso falso e vergognoso. Se io fossi uno di loro, a rischiare la vita per aiutare quella povera gente, mi sentirei offeso dalle parole di Prodi. Persino dopo Nassirya i nostri ragazzi hanno continuato ad aiutare tutti, senza stare a guardare se fossero Sciti o Sunniti, e soprattutto, pur applicando regole di ingaggio che garantissero loro una maggiore sicurezza, non si sono messi a sparare a vista ai checkpoint su uomini, donne e bambini come invece fanno ogni giorno gli americani. Ne sa qualcosa il povero Calipari.
Secondo: Prodi ha detto che se vincerà le elezioni, ritirerà le «truppe occupanti dall’Iraq». Ora, sappiamo bene come Al Qaeda abbia organizzato gli attentati di Madrid proprio per influenzare le elezioni in Spagna a fronte di simili affermazioni da parte di Zapatero. Fare un’affermazione di questo tipo proprio adesso, a pochi mesi dalle elezioni, equivale sostanzialmente a invitare l’organizzazione terroristica a compiere un attentato terroristico di vaste proprorzioni anche in Italia, sulla falsa riga di quelli di New York, Madrid e Londra. Già Roma e altre città italiane erano nel mirino dei terroristi; non mi sembra proprio il caso di metterci anche il carico da novanta. Questo è un comportamento da irresponsabile. Se ci sarà un attentato anche da noi, chiaramente inteso a influenzare il voto degli italiani a favore di un candidato deciso a ritirare le truppe dall’Iraq subito dopo la nomina, il Presidente Prodi, a mio avviso, dovrà essere considerato eticamente corresponsabile delle eventuali vittime. Lo dico senza mezzi termini: almeno, per quanto mi riguarda, tale lo riterrò.
Quello che sto dicendo non è che Prodi non debba essere a favore del ritiro delle truppe, ma che non doveva usare tale intenzione come leva elettorale in una situazione altamente critica come quella in cui ci troviamo. Il terrorismo va combattuto da tutti, soprattutto quello di matrice wahabita che promuove la distruzione del modello liberale occidentale indipendentemente dalla guerra in Iraq. Il punto, infatti, è proprio questo: noi non siamo sotto attacco per la presunta occupazione dell’Iraq, ma per il semplice fatto di essere quello che siamo, di credere in determinati valori, di proporre un modello liberale e democratico in contrasto con quello integralista, teocratico e intollerante non dell’islamismo, ma del wahabismo. Noi siamo comunque il nemico. Inutile illudersi che un eventuale ritiro delle truppe ci eviti uno scontro diretto con una cultura che non accetta modi di essere e di vivere diversi da quelli stabiliti dalle sue regole: al più, è solo rimandato. Se lo ricordi, Prodi, se dovesse vincere le elezioni, il giorno in cui, sotto il suo governo, una cellula terrorista colpirà l’Italia anche se in Iraq di soldati italiani non ce ne saranno più.
già, soprattutto perchè oggi sono le truppe in iraq, domani sarà una legge sul velo a scuola (vedi francia) o una regolamentazione qualsiasi della nostra vita che agli estremisti non piace… può un paese liberale legiferare esclusivamente per far piacere ai terroristi perchè alla prima leggina spiacevole arriva la minaccia dell’attentato? e mi turba che lo pensino proprio quelli e quelle che nel 68 erano in piazza a manifestare contro le cravatte ed a bruciare i reggiseni…avevate fastidio del reggitette? era un mezzo per la discriminazione sciovinista del maschio italico? adesso vedrete quando mortadella ed i suoi compagniucci dovranno approvare una legge per farvi mettere a tutte il burqa “perchè se no i crociati italiani sopporteranno il sangue nelle loro strade”… no, il burqa sarà un piacevole atto di “integrazione multiculturale, un parere da rispettare, un segno di una diversa cultura da accettare e non demonizzare in maniera fascista…”, mentre il reggiseno era maschilista….
siamo rovinati dej, come ti dicevo, l’unico modo che abbiamo per salvarci da ‘sto pirla che non ha capito un accidente di cosa è successo in spagna (o forse l’ha capito benissimo?…) è andare in ottobre alle primarie e votare tutti in massa per bertinotti….
BERTINOTTI FOR PRESIDENT!!!
La sinistra italiana non ha mai avuto nessun ritegno a perseguire i suoi scopi propagandistici elettorali usando qualsiasi mezzo sporco.
La sinistra italiana dei girotondini, dei sedicenti pacifisti, dei disobbedienti, di Pecoraro, di Di Liberto & Company è “sporca” dentro!
(Naturalmente esclusi tutti coloro che la votano ingenuamente credendo alle panzane che gli vengono raccontate).
Ciao
Ineffabile
Non sono d’accordo con il primo punto, rispetto e lodo il lavoro fatto dai ragazzi in Iraq, ma a livelli più alti la missione non sembrerebbe solo di pace. A tal proposito propongo la visione del reportage di rainews “In nome del petrolio – la verità scomoda”:
https://www.rainews24.it/ran24/speciali/guerra_petrolio/
Saluti
Federico
P.s.
da utente anonimo non sono riuscito a postare il commento, ho provato sia con firefox che con ie.
piantiamola anche con ‘sta bazza della missione “solo di pace” “mezza di pace” di “difesa attiva” di “occupazione”.
le storie stanno in poco posto: le bombe in iraq non le hanno tirate gli italiani.
prima ancora le torri a new york non le hanno tirate giù gli italiani.
ora possiamo stare a discutere ore se le torri le hanno tirate giù a ragione, a torto, per guerriglia, per difesa attiva altro.
possiamo discutere altre ore se la guerra in iraq americana è stata la risposta giusta (secondo me no..), è stata fatta bene, è stata studiata correttamente, valutata in pieno.
i fatti sono: le torri non ci sono più. un qualche migliaio di morti. gli americani hanno deciso che per contrastare questo fatto avrebbero dichiarato guerra all’afganistan ed in seguito all’iraq. sta pippa del petrolio è assurda: il petrolio in iraq c’era da prima del settembre 2001.
ora alla luce di tutto ciò in iraq ci sono alcuni milioni di persone che si sono trovati con la casa rasa al suolo e la vita cambiata.
è inutile che discutiamo chi come e perchè: in iraq sono messi così.
ora l’italia cosa doveva fare? lavarsene le mani? io ritengo che mandare un po’ di soldati a cercare di dare una sistemata ed un aiuto sia stata una cosa giusta. ed anche sta cosa delle “truppe di occupazione” è assurda: spero davvero che nessuno pensi che l’italia ha delle mire di conquista territoriale in iraq, quindi che cavolo occuperemmo?
se poi a fronte di quest’opera di aiuto e sistemazione, che credo nessuno possa contestare, l’italia si guadagna dalle parti di nassirya un appoggio privilegiato per futuri sviluppi economici e commerciali, non capisco dove sia il problema da parte nostra ed il danno per gli iracheni….
un po’ meno di ipocrisia sarebbe utile a vedere le cose con più serenità…
F ( che ha fatto l’albania da volontario civile, e che non si è mai sognato di fare l’occupazione…)
Fedy2: non so cosa possa essere successo. Per ora i commenti anonimi sono ancora ammessi, tant’è che quello precedente al tuo lo è. Grazie comunque per esserti registrato.
P.S. Il commento anonimo precedente è mio. Ne ho approfittato per fare un test. A me, quindi, ha funzionato. Uso sia IE6 che Firefox.
Condivido quanto ha detto ricknf. Qualunque sia la nostra opinione sulla guerra e sul modo nel quale è stata condotta, noi stiamo veramente cercando di aiutare quelle persone, e anche questo è un modo per combattere il terrorismo: dimostrare che non tutti gli occidentali sono lì per interessi economici o geopolitici. Anzi, a maggior ragione, se il nostro giudizio sulla guerra dovesse essere negativo, se non condividiamo le regole di ingaggio americane, così poco attente a salvaguardare i civili, allora dobbiamo appoggiare chi, militare o civile, sta veramente aiutando quella gente.
Il problema alla base è che noi siamo andati esattamente a Nassiriya per diffendere il petrolio dell’ENI (erano già presenti accordi prima della guerra) e poi a fare missione umanitaria.
E’ il caso di vantarsi di una missione umanitaria solo se si va in Iraq con quell’intento, o invece bastava essere chiari dall’inizio: si va in Iraq per questioni umanitarie e di affari.
Certamente i nostri soldati dovevano reccarsi per aiutare a ricostruire, ma con l’appoggio dell’ONU (arrivato solo dopo) e non come “amici” degli americani.
Saluti
Federico
Abbiamo sbagliato i tempie i compagni: dovevamo arrivare con l’ONU e non con gli americani e gli inglesi.
Adesso una parte estrema di mondo islamico ci vede come invasori-occupanti-crociati e non come benefattori-portatori di pace.
E’ duro convincere queste frange estreme della bontà del lavoro svolto dagli italiani (militari e civili) in Iraq, soprattutto quando noi stessi italiani non abbiamo le idee chiare (o ci marciamo su: vedi intervento di Prodi e di altri politici) su questo argomento.
Zingaro
Adesso una parte estrema di mondo islamico ci vede come invasori-occupanti-crociati e non come benefattori-portatori di pace.
Su questo non sono d’accordo. IL mondo islamico non ci ha mai considerati invasori, tant’è che salvo pochi casi, non siamo mai stati soggetti agli attacchi che hanno invece colpito gli americani e gli inglesi.
Sul discorso dell’Islam estremo, vorrei far notare che i terroristi si rifanno al Wahabismo il quale promuove l’uccisione di tutti gli infedeli, siano essi uomini, donne o bambini, in contrasyo con quanto scritto sul Corano. I wahabiti non ci attaccano perché siamo in Iraq, ma per il nostro modo di vivere, da loro considerato immorale. Se anche non fossimo in Iraq, saremmo comunque a rischio, se non ora, comunque in un prossimo futuro.
Obiettivo degli wahabiti è di integralizzare tutto il mondo islamico (non solo arabo, ma anche africano e asiatico) e quindi scatenare una guerra santa contro tutti gli infedeli.
È duro convincere queste frange estreme della bontà del lavoro svolto dagli italiani (militari e civili) in Iraq…
Altro equivoco, come ho già scritto più volte. Non abbiamo nessun bisogno di convincere i terroristi della bontà del lavoro svolto da noi italiani, anzi, lo sanno benissimo. Il fatto è che è proprio l’aver svolto un buon lavoro che ci rende acerrimi nemici, tant’è che i primi a cadere sotto la mira degli estremisti sono proprio le organizzazioni umanitarie.
Il fatto è che i terroristi hanno l’obiettivo di convincere gli islamici moderati — brutto termine, l’islam è moderato quanto il cristianesimo; semmai sono gli wahabiti ad essere ben più che integralisti, ma di questo parlerò in un altro articolo — che gli occidentali sono il nemico da distruggere ed è difficile considerare un nemico qualcuno che ti dà da mangiare, da bere, ti cura e ti ricostruisce la casa.
Per i terroristi chi aiuta gli iraqueni è un nemico peggiore di chi li uccide.
giusta analisi…
noi non dobbiamo affatto convincere quelle frange estreme, non si convincerebbero comunque…
dobbiamo aiutare chi dorme per strada.
per il fatto dell’onu, ragazzi, non prendiamoci in giro.
l’onu è paralizzato da anni in un guado di riforme che per vari veti politici e mutate condizioni internazionali non permettono a tale organismo non dico di essere efficace, ma manco presente…
e lo sappiamo tutti: non dimentichiamoci che adesso c’è la cina che ha un peso diverso che negli anni 50, adesso c’è l’opec che ha un peso diverso che negli anni 50, adesso ce sarebbe anche qualcosa che si chiama europa, che tre passi avanti e due indietro, in qualche modo si sta organizzando: tutto questo ha reso il ruolo dell’onu molto diverso da quello per cui era stato pensato, ed in mancanza di una profonda riforma l’onu resterà il palchetto di annan (peraltro politicamente finito), che potrebbe anche salire su una sedia e mettersi ad urlare in central park ottenendo gli stessi risultati.
credete davvero che l’onu potesse decidere ed agire in tempi adatti a quelli in cui si è sviluppata ‘sta pirlata nel golfo persico?
io no.
ed il fatto è che non lo penso solo io che sono un semo qualsiasi, lo pensa anche il governo polacco, che è in iraq con dei soldati, quello giapponese, che è in iraq, quello australiano, idem, lo pensava pure quello spagnolo, prima che si facesse fregare da quei volponi di al qaueda (che guarda un po’ non fanno affatto parte del “mondo islamico”, nè estremista nè moderato, ma lo sfruttano, accampando scuse come la questione palestinese, la questione petrolifera ed altre stupidaggini utili solo a convincere i poveracci a farsi saltare per aria perchè così i miei parenti avranno il sostegno della comunità,in più ci sono i pazzi veri e propri, che poveracci non sono, ma che anelano a restare “nella storia dell’islam”…) che sono tuttaltro che quattro beduini: il professor mortadella si sta facendo abbindolare politicamente da un barbone pazzoide che gli fa sparare frasi geniali come quella di cui stiamo discutendo…
tutto questo per dire che l’estremismo non è nato con l’iraq, semmai il contrario: gli usa hanno usato l’estremismo per giustificare il secondo atto di una guerra politica lasciata a metà dieci anni prima, e malamente archiviata.
è una cosa che sanno tutti, che hanno capito tutti, tranne quelli che abboccano ancora a ‘sta fiaba petrolifera suonata dagli integralisti pacifisti.
e gli italiani hanno le idee chiarissime, tranne i suddetti boccaloni: è vero che a nassirya c’era l’eni. lo sapevano tutti. di più, gli italiani sono stati mandati lì proprio perchè la vecchia collaborazione commerciale li vedeva più “ben visti”.
continuo a non vedere il problema.
mi dite come avremmo fatto a mantenere la posizione se ce ne fossimo stati a casa e li ci fossero finiti i canadesi, per dire? che male c’è? non siamo lì a rubare il pane ai bambini, mi sembra….
dej ha ragione: com’è che hanno fatto un attacco alla croce rossa internazionale, cosa mai successa prima? cos’era, truppa di invasione pure quella?…
F
prima di tutto la ringrazio per l’aggettivo boccalone….
Secondo, l’america ha agito senza il consenso dell’ONU, e noi ci siamo accodati agli americani.
Dopo l’ONU ha dato il via per gli aiuti. Quindi lenta o meno, le sue risposte le ha date, ma noi da bravi “amici” degli americani abbiamo agito prima.
Non siamo in Iraq a rubare pane ai bambini, ma non siamo neanche li a fare solo i benefattori; siamo andati a proteggerci il tesoro, e visto che c’eravamo abbiamo dato un aiuto.
Naturalmente, nulla voglio togliere al lavoro fatto dai soldati laggiù, ma questi sono i movimenti e le intenzioni ad alto livello.
Saluti
Federico
Sono abbastanza perplesso da questo continuo riferimento all’ONU. Se l’ONU fosse un organismo internazionale super partes, con un sistema veramente rappresentativo di tutte le nazioni, allora capirei. Ma l’ONU non è quel organismo.
Circa una settimana fa c’è stata una scalata del G4 (Germania, Giappone, India e Brasile) per avere un posto permanente al consiglio dell’ONU con l’aiuto dei Paesi africani, alcuni comprati, altri ricattati. Alla fine, grazie anche alla denuncia di Marcello Spatafora la scalata è fallita.
L’ONU è un luogo di accordi e intrighi politici, dove conta chi paga di più, dove ricatti e trame sono la norma piuttosto che l’eccezione. Per anni il ruolo di Segretario-Generale è stato dato a individui appartenenti a piccoli Paesi, africani o asiatici, purché fossero ben visti dagli Stati Uniti o comunque dagli occidentali.
Il fatto è che affermare che si possa intervenire solo dietro richiesta dell’ONU è un modo, spesso, per lavarsi le mani dei tanti problemi che affliggono il mondo.
Spiegatemi ad esempio perché l’ONU non ci chiede di intervenire in Congo, dove la faida fra Hutu e Tutsi sta facendo strage di civili. Spiegatemi perché non chiede di intervenire in tutti quei Paesi dove la situazione è ben più critica di quella che c’era in Iraq. Ci sono decine di dittature nel mondo, Paesi dove i diritti civili sono calpestati ogni giorno, massacri, aree off-limit a legge e diritto, governati da organizzazioni criminali. Dov’è l’ONU in questi casi?
Non ci prendiamo in giro.
Sara’ anche vero che gli italiani sono la’ per aiutare la gente (ma guarda caso allora perche proprio a Nassyria, dove l’ENI ha interessi petroliferi?), ma perche una volta tanto non ci scrolliamo di dosso i nostri progiudizi di essere buoni e santi e cerchiamo di vedere le cosa DAL PUNTO DI VISTA DEGLI OCCUPATI? (Si, ho detto OCCUPATI).
Guardando con i loro occhi, forse ci vedremo un po diversamente da come ci vediamo con i nostri, ed i loro occhi vedeno che noi siamo li ad aiutare gli americani, cioe’ coloro che con una scusa incredibile hanno invaso e distrutto il loro paese. Non importa cio’ che pensiamo noi. Non importa se crediamo che siamo li per aiutarli. Loro la pensano in maniera diversa, lo vogliamo capire o no? Loro ci vedono come occupanti, quali che siano le nostre intenzioni.
Quindi sa prodi ha detto ‘truppe occupanti’, ha detto la verita’.
Anche se a qualcuno non piace.
ma davvero pensate che i terroristi ascoltino le dichiarazioni di prodi?
dico, ma come state messi!!!
Anonimo, ti prego di firmare i commenti, anche con uno pseudonimo. È l’unica regola di questo blog che chiedo a tutti di rispettare, a parte, ovviamente, quella di evitare cadute di stile nei commenti e comportamenti ingiuriosi.
Per quanto riguarda le truppe occupanti ho avuto il modo, via Internet, di parlare con alcuni iracheni e mi hanno detto chiaramente che gli italiani sono visti in modo diverso dagli americani. Soprattutto da parte della maggioranza degli sunniti, tagliati fuori dal potere per anni dalla minoranza sciita.
In quanto a quello che ascoltano i terroristi, mi sembra che tu li sottovaluti e di molto. Non abbiamo a che fare con quattro beduini analfabeti, ma con persone molto preparate, sia sul piano strategico che su quello della politica internazionale. Mi riferisco ovviamente ai capi, ma anche molti militanti sono tutto meno che degli analfabeti. Molti hanno studiato in occidente, tra l’altro, e parlano bene varie lingue. Tutti gli attacchi terroristici sono stati studiati nei dettagli tenendo conto della situazione politica interna dei Paesi nei quali sono avvenuti. Ad esempio, il primo attacco a Londra — l’unico, a mio avviso, veramente organizzato da Al Qaida dall’alto — ha colpito mentre Blair era al G8 e la macchina della sicurezza era orientata in quella direzione, il giorno dopo la nomina di Londra a sede dei Giochi Olimpici, un momento di entusiasmo per i londinesi. Hanno colpito quando psicologicamente avrebbe fatto più male e nel momento migliore da un punto di vista dell’attenzione.
Questa gente legge i giornali, guarda i canali televisivi occidentali, sa come e dove colpire. Sottovalutarli è un errore gravissimo.
altra analisi correttissima di dej…
…continuo a non vedere il problema se mentre “proteggevamo il tesoro” (ma per l’eni sarebbe più la libia che l’iraq…) abbiamo dato una mano, o viceversa.all’iracheno con la casa abbattuta abbiamo dato una mano? e allora?…
comunque la discussione sta raggiungendo i due soliti estremi: chi vede il terrorismo come causa della guerra e chi vede la guerra come causa del terrorismo. io sono del primo gruppo. sono il primo a dire che l’iraq è stata una scelta sbagliata, ma è stata una scelta politica e non petrolifera, altrui e non italiana e la risposta italiana mi è sempre sembrata adeguata come risultati pratici: sono assolutamente convinto che i nostri soldati non siano visti dalla popolazione come gli americani.
detto questo vado ad occupare un po’ una spiaggia in croazia…
chi vede il terrorismo come causa della guerra e chi vede la guerra come causa del terrorismo
In realtà io mi ritrovo in un terzo gruppo. A mio avviso la guerra nasce dalla volontà degli Stati Uniti di salovaguardare una serie di interessi, alcuni condivisibili, altri meno. Il primo è ovviamente quello della sicurezza nei confronti di un movimento terroristico che si rifà a una visione estrema del wahabismo. Obiettivo del terrorismo è la conquista del potere in Arabia Saudita, un Paese che internamente persegue una politica di rigore religioso, ma che esternamente, soprattutto per motivi economici, ha una posizione sostanzialmente filoccidentale. In questo il terrorismo è stato supportato da governi od organizzazioni dislocate in altri Paesi fortemente islamici, come Afghanistan, Pakistan, Iran e Indonesia.
Esiste poi un interese di natura geopolitica che integra sia la questione petrolifera, sia ancora un concetto di sicurezza, questa volta, tuttavia, più orientato agli aspetti strategici, ovvero a bloccare la scalata dell’Iran a potenza nucleare. Questo era il motivo per cui gli USA avevano appoggiato Saddam in passato, ovvero per fare da blocco nei confronti dell’Iran Khomeinista. Quando poi Saddam ha attaccato il Kuwait, l’USA si è resa conto di non essere più in grado di controllarlo. Tuttavia ha commesso un errore: invece di detronizzarlo, per ragioni di politica interna, si è ritirata e lo ha lasciato al potere, il che le è valso l’odio dei partigiani sunniti che, abbandonati, furono massacrati dal dittatore.
Dopo l’attacco alle Torri Gemelle, inizialmente gli Stati Uniti si comportarono bene, non reagendo immediatamente, ma cercando il supporto e il consenso a livello internazionale. Poi, però, quella arroganza fisiologica che purtroppo è caratteristica degli americani — noi siamo i più bravi, noi sappiamo cosa fare, noi abbiamo la visione e quindi dobbiamo essere noi a comandare, ovviamente per il bene di tutti — li ha portati a vedere questo consenso crollare drasticamente. Un esempio è stato l’inopportuno discorso di Bush che dichiarò che la guerra era finita decisamente anzi tempo.
L’uso di bombe a frammentazione, i troppi errori di fuoco amico e regole di ingaggio che nulla garantivano alla popolazione civile, ha fatto il resto.
C’è da dire che il fronte occidentale, per sua natura democratico, si è spaccato fin dall’inizio sia a livello internazionale (Francia e Germania), sia all’interno dei singoli Paesi (come la sinistra italiana). Questo non ha facilitato le cose, anzi, semmai le ha complicate, dato che i terroristi sono degli esperti nello sfruttare queste incrinature interne.
Bisogna tener conto che coloro che hanno colpito le Torri Gemelle, avevano con il regime di Saddam le stesse relazioni che con altri Paesi. Se fosse stato solo quella la causa della guerra, allora bisognava attaccare anche l’Iran, forse la Siria e altri Paesi ancora. In realtà quell’attacco ha rappresentato un’opportunità unica per gli USA per liberarsi di un dittatore scomodo che in qualche modo loro stessi avevano creato. D’altra parte non è stata certo la guerra a scatenare il terrorismo, esistente da tempo e con obiettivi suoi, indipendenti dalle azioni degli occidentali.
Questa, almeno, è la mia visione delle cose.
autore di #15
io ho provato a firmarmi, ma quanto ho postato il commento mi sono accorto che sono comparso come utente anonimo… misteri di splinder…
Comunque, ribadisco la mia opinione. Con un ministro (Calderoli) che un giorno si e l’altro pure offende l’islam, pensare che una singola frase di prodi (che, voglio essere chiaro, non e’ che sia il mio ‘eroe’..) possa scatenare un attacco terroristico e’ ridicolo. Non si tratta di sottovalutare. Si tratta di vedere quali possono essere le cause che li spingono a tentare un attentato.
Io dico che la presenza di truppe in irak ed in misura minore quel microcefalo di Calderoli sono un motivo di tensione maggiore di una singola frase di prodi. Tu puoi pensarla in maniera opposta, se cosi’ ti piace.
E vediamo se anche stavolta splinder mi registra come utente anonimo..
Prodi lo critico perché comunque è una persona intelligente. Calderoli non perdo tempo neppure a criticarlo.
P.S. Non importa se Splinder ti registra come anonimo. A me basta che firmi sotto il commento col nome o con uno psudonimo a tua scelta, purché usi sempre lo stesso su questo blog in futuro. Serve per i riferimenti incrociati, per evitare cioè di scrivere come ha detto 128.47.69.212…
prodi vuole correre da solo, un diciotenne che sfida sui cento metri bambini di due anni, è un divertimento si sinistra?
cmq andro’a votare alle primarie perchè c’è una candidata vera, cocca, e che li manda a… questi cialtroni della sinistra italiana, è la Fatanuda
fatanuda.splinder.com
almeno