La Diversità “Made in USA”


DAL VOSTRO POLITICAMENTE SCORRETTO VICINO DI RETE

Diciamolo chiaramente: non c’è nessun problema ad avere una Sirenetta di colore. In effetti potrebbe anche essere blu, come i personaggi di Avatar, o viola. E potrebbe anche essere un maschio, perché no? La questione è un’altra: questo voler replicare in ogni opera, romanzo o pellicola la diversità etnica tipica degli Stati Uniti d’America non nasce da una reale consapevolezza che abbiamo tutti gli stessi diritti e dovremmo avere tutti le stesse opportunità indipendentemente dal colore della pelle, del genere, dell’orientamento sessuale e dell’etnia, che gli statunitensi si ostinano a chiamare ancora “razza”, nonostante questo termine non abbia alcuna applicabilità alla specie umana. Nasce dal senso di colpa. Non solo quello di aver per secoli schiavizzato e poi discriminato non solo i neri, ma decine di altre categorie di persone, come gli asiatici, i latino-americani, gli omosessuali e via dicendo, ma quello che nasce dal fatto che lo fanno tuttora. Se io fossi di colore avrei paura a vivere in una città americana, sapendo che qualsiasi cosa faccia, un poliziotto può trattarmi come un criminale e spararmi anche se sono disarmato. Gli USA sono tuttora una società violenta, che ragiona ancora troppo spesso come all’epoca del Far West. Troppe armi, troppi conflitti sociali.

Pensate che non sia così? Va bene, analizziamola questa “diversità” che tanti, soprattutto nel mondo dello spettacolo, sbandierano ai quattro venti. Prendete un qualunque cast cinematografico o televisivo. C’è il personaggio di colore, l’asiatico, il latino-americano, la coppia lesbica od omosessuale, più raramente un queer o un trans. Su questi ultimi gli americani hanno ancora qualche difficoltà. Il tutto perfettamente bilanciato e studiato a tavolino. Il nero è uno, al massimo due, ma non vedrete mai sei neri e un solo bianco. Certo, ci sono serie come Black Lightning dove sono quasi tutti neri e serie come TheLworld dove sono quasi tutti omosessuali, ma sono state create specificatamente per quel tipo di pubblico. Non sono molti i bianchi che guardano la prima e gli etero che guardano la seconda. Ma quello che conta di più è che questa diversità è ritagliata sulla società americana anche quando ambientata altrove, come ad esempio in un mondo fantasy. Non vedrete mai in queste serie qualcuno che assomiglia a un aborigeno australiano, a un curdo oppure a un inuit. Eppure anche loro sono etnie discriminate. Nel mondo, però, non in USA, dove praticamente non esistono. La cosa assurda è che, tutto sommato, anche i nativi americani sono spesso ignorati o, quando ci sono, interpretano la parte, indovinate di cosa? Di un nativo americano. Non di un avvocato di grido a New York o di un banchiere a Boston. Al massimo fanno il poliziotto o il pompiere.

La cosa peggiore è che spesso, chi opera queste scelte, lo fa stravolgendo storie o creando incoerenze che potrebbero essere tranquillamente gestite senza venir meno al principio che la nostra società si basi sulla diversità. Ad esempio, la multi-etnicità negli USA trae origini da una catena di eventi ben precisi, come la tratta degli schiavi dall’Africa verso le grandi piantagioni, soprattutto di cotone, negli Stati meridionali degli allora nascenti Stati Uniti d’America, oppure dalle grandi migrazioni dalla Cina verso la California. Quindi, se proiettiamo questa diversità in altri mondi e altre epoche, anche di fantasia, dobbiamo avere l’intelligenza di creare dietro a quella diversità eventi simili o comunque che la giustifichino.

Le antiche civiltà non erano multi-etniche. La gente tendeva a raggrupparsi in tribù e clan omogenei e persino chi veniva da un villaggio vicino, pur avendo lo stesso colore di pelle e parlando la stessa lingua, era visto come un estraneo, uno straniero. Questo avviene tuttora in molte società che hanno mantenuto questo stile di vita, come gli indigeni dell’Amazzonia, gli aborigeni australiani e alcune tribù africane: non sono multi-etniche e non c’è motivo che lo siano. Le prime società multi-etniche antiche si sono formate quando sono nati i primi grandi imperi, come quello Persiano, l’Antico Egitto o l’Impero Romano, perché un impero cresce conquistando sempre nuovi territori e assorbendo al suo interno genti di ogni genere. Dopodiché quelle persone iniziano a viaggiare, commerciare, cercare fortuna in altre città dell’impero e così le diverse etnie si mescolano, soprattutto nella capitale e nei grandi porti e snodi commerciali, mentre nelle campagne e nei villaggi le comunità sono ancora omogenee e lo straniero è visto con sospetto.

Quindi ben venga promuovere la diversità, ma va fatto con intelligenza e soprattutto senza ipocrisie, perché forse gli USA dovrebbero più preoccuparsi dei tanti neri che vengono tuttora uccisi senza motivo nelle grandi città americane, che di avere un Elfo o una Sirenetta nera.


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