Non tutti gli articoli sono uguali


Prendete un quotidiano e scorretene le pagine. Ogni pagina contiene diversi articoli: alcuni sono solo trafiletti, altri si estendono su più pagine, tutti fatti della stessa materia, le parole. Eppure ognuno di quegli articoli ha un valore distinto, una valenza diversa, un peso differente. Nessuna sorpresa, direte: è evidente che un articolo sulla partecipazione di Kate e Williams all’inaugurazione degli Studios della Warner Bros a Leavesden, in Gran Bretagna, non abbia la stessa importanza di una manifestazione di indignados a Madrid o delle vittime di un bombardamento in Siria.

Non è solo l’oggetto dell’articolo a stabilirne il peso, tuttavia, ma anche e soprattutto il modo con il quale quell’articolo è stato scritto. La rilevanza di un tema è infatti spesso evidente, ma come ci si sia arrivati a quell’articolo, non sempre lo è.

Per raccontare un bombardamento bisogna stare sotto le bombe, insieme alle popolazioni, con cui bisogna condividere emozioni e destini.

Sono le parole di Domenico Quirico, l’inviato de «La Stampa» disperso da giorni in Siria. C’è una bella differenza fra raccontare per sentito dire ed essere lì, sul posto, spesso correndo gli stessi rischi delle popolazioni delle quali si sta parlando; così come c’è molta differenza fra raccontare di uno scandalo di corruzione politica attraverso le notizie che trapelano dalla Procura ed essere il giornalista che, rischiando di persona, quello scandalo e quella corruzione ha scoperto e rivelato all’opinione pubblica.

Le parole potranno essere lo stesse — anche se poi in realtà non lo saranno, perché vivere un evento ti fa scrivere comunque in modo diverso — ma il peso, il valore e spesso quindi anche il prezzo che quell’articolo è costato, non saranno mai gli stessi. Ricordatevelo la prossima volta che leggerete un giornale: non tutti gli articoli sono uguali.


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