Dati e Percezione


Ci sono due modi di analizzare un evento: partire dai dati oppure partire dalla propria esperienza e percezione. Entrambi questi approcci hanno vantaggi e svantaggi.

Il principale problema dei dati riguarda la loro affidabilità e completezza. È evidente che se i dati non sono affidabili, anche solo parzialmente, qualsiasi analisi risulterà discutibile e difficilmente correggibile. Verificare i dati richiede impegno, ma nella maggior parte dei casi è possibile farlo. E se un dato non è verificabile, sarebbe meglio escluderlo. Tuttavia, anche se i dati sono affidabili, potrebbero essere incompleti, il che è molto più difficile da verificare. Un insieme di dati oggettivi potrebbe portare a una conclusione errata semplicemente perché è stato ignorato un altro dato che potrebbe suggerire una prospettiva di analisi diversa. Con i dati, specialmente con quelli reali, è quindi possibile creare un’ottima disinformazione. Basta decontestualizzarli, selezionarli e ricontestualizzarli, una tecnica ben nota a chi lo fa di mestiere.

Passiamo quindi all’esperienza e alla percezione. Il problema qui è che spesso siamo portati a considerare ciò che pensiamo di sapere e il nostro punto di vista personale alla stregua di dati oggettivi, se non addirittura più oggettivi dei dati stessi. Ma l’esperienza di qualsiasi essere umano è limitata nello spazio e nel tempo e, soprattutto per certi eventi, di scarsa rilevanza poiché manca di quella base di conoscenze molto più ampia che servirebbe per comprendere l’evento che stiamo analizzando. La percezione, poi, è una proiezione della nostra esperienza filtrata da ciò in cui crediamo, dalle nostre emozioni, speranze e paure e quindi è come un vetro che distorce un riferimento già fisiologicamente incompleto in sé, ovvero quello della nostra esperienza limitata.

Questi sono gli svantaggi. E i vantaggi?

I vantaggi dei dati sono che spesso sono verificabili, hanno una propria oggettività intrinseca e permettono analisi statistiche che, su grandi numeri, possono rendere meno significativi eventuali errori od omissioni. Naturalmente, bisogna saperli analizzare: non basta metterli in un foglio di calcolo e generare un grafico per poter dimostrare qualcosa. Una possibile correlazione numerica non è sempre l’espressione di una correlazione causa-effetto; spesso, anzi, non lo è affatto, se il dato non è analizzato all’interno di un modello già verificato.

I vantaggi dell’esperienza e della percezione sono quelli di poter analizzare i dati utilizzando una serie di regole euristiche che ci permettono di arrivare a una conclusione più rapidamente rispetto a procedere in modo sistematico, cosa che non è sempre possibile.

A questo punto sembrerebbe che i due approcci siano complementari e che utilizzarli entrambi potrebbe annullare gli svantaggi, realizzando così un metodo di analisi di un evento sufficientemente affidabile. Teoricamente sarebbe possibile ma purtroppo non è così, anzi, a volte, mettendo insieme dati e percezione, si possono fare danni molto gravi. Tutto dipende da come questi due strumenti vengono combinati.

Se uso i dati per verificare la mia percezione e affinarla, allora possiamo contare su un metodo solido, la cui massima espressione è proprio il metodo scientifico. Uno scienziato utilizza l’osservazione e l’esperimento per raccogliere dati a partire da ipotesi generate da processi induttivi e abduttivi, per poi sviluppare un modello attraverso un approccio deduttivo, spesso utilizzando lo strumento della matematica, arrivando infine a quel processo di falsificazione capace di trasformare l’ipotesi in una teoria a tutti gli effetti.

Se invece uso la percezione per selezionare i dati con cui lavorare, allora entro nel regno della pseudoscienza, delle teorie del complotto e delle credenze: un regno che spesso si appropria del linguaggio stesso della scienza e persino di pezzi accuratamente selezionati di teorie scientifiche, reinterpretandoli in modo strumentale per dimostrare teorie completamente infondate.

Gli strumenti della scienza e della pseudoscienza sono gli stessi, ma il loro utilizzo è completamente diverso.


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