Scena del crimine


La Repubblica – 24 Dicembre 2004

Cogne, nuovo colpo di scena nelle indagini l’uomo ora sarà interrogato dalla Procura. L’impronta nella casa del delitto è di un consulente della difesa.

TORINO – Nessuna nuova impronta, nessun personaggio misterioso sul luogo del delitto. È di uno dei quattro consulenti svizzeri della difesa di Anna Maria Franzoni la nuova impronta trovata nel luglio scorso nella villetta di Cogne, dove fu ucciso il piccolo Samuele Lorenzi. …[omissis]…

Ennesima dimostrazione di come funzionino le investigazioni sui crimini in Italia. Non c’è certo bisogno di vedere CSI per sapere che dopo ventiquattro, quarantott’ore al massimo, la scena di un crimine vada considerata sostanzialmente compromessa. Eppure non è la prima volta che in casi particolarmente complessi vengano fatti accertamenti e analisi anche a distanza di mesi.

È successo anche nel caso del processo per l’omicidio di Marta Russo, quando vennero fatti rilevamenti di sostanze chimiche diversi mesi dopo il delitto. Purtroppo nel nostro Paese molti processi finiscono per basarsi solo su testimonianze e indizi. Il principio del «ragionevole dubbio» non esiste nel nostro Diritto e non è necessaria un’evidenza oggettiva per poter condannare qualcuno. Questo vuol dire che ognuno di noi potrebbe essere facilmente coinvolto in un delitto se ci fosse qualcuno veramente interessato a crearci problemi. C’è ne è abbastanza da essere preoccupati…


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