Di questa «assistenza» i nostri figli non hanno bisogno


Ho seguito stamane la discussione alla Camera sull’affidamento condiviso, in diretta. Tra i vari interventi quello dell’On. Valpiana di Rifondazione Comunista, una di quelle che si oppone più strenuamente a questa riforma. È triste vedere come un partito che afferma di stare dalla parte dei lavoratori si impegni così accanitamente a difendere gli interessi multimiliardari di quelle lobby professionali che per anni si sono arricchite sulla pelle dei nostri figli. Ma forse non avevo capito di quali lavoratori Rifondazione stesse parlando.

Comunque, tornando al dibattito, ho avuto l’inaspettata sorpresa di sentirmi addirittura citare dalla suddetta quando, tempo fa, ho affermato che i «padri possono fare tutto quello che possono fare anche le madri per i propri figli, tranne ovviamente partorirli». L’Onorevole in questione ci ha accusato di essere padri che vogliono fare le madri e che non «capiscono il proprio ruolo».

Vorrei proprio sapere dalla Valpiana quale sarebbe questo ruolo. Io so solo quello di cui ha bisogno la mia bambina. So che ha bisogno di amore, di cure, di attenzione, di essere ascoltata, di essere rispettata; ha bisogno di comprensione e soprattutto di presenza; ha bisogno di un modello positivo, di valori non semplicemente affermati ma dimostrati in prima persona con l’esempio, di qualcosa in cui credere. E il mio ruolo di genitore — non di padre né di madre, ma semplicemente di genitore — è quello di darle tutto ciò senza chiedere nulla in cambio.

Ma l’On. Valpiana non è daccordo e usa con noi papà separati le stesse argomentazioni che i maschilisti usavano quando le donne rivendicavano il loro posto nella società: «non sanno stare al proprio posto, non capiscono qual è il loro ruolo». Che tristezza. Se non altro la Valpiana ha dimostrato che anche nell’avere pregiudizi e nell’essere stupide, sessiste, egoiste e insensibili le donne non hanno nulla ad invidiare agli uomini. Con buona pace delle Pari Opportunità.


P.S. L’On. Valpiana risulterebbe essere o essere stata un’assistente sociale. Con il suo modo di ragionare e i suoi pregiudizi mi vengono i brividi al pensiero di tutti quei bambini dei quali possa aver fatto il supremo interesse.


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