La Storia delle Cose


In genere non ho l’abitudine di condividere sul mio blog filmati realizzati da qualcun altro. Se c’è qualche video che desidero segnalare, lo faccio via Facebook. Il mio blog lo uso solo per contenuti prodotti da me o da qualcuno dei miei collaboratori. Infatti ritengo sia importante applicare anche alla rete il concetto di sostenibilità per evitare di aumentarne l’entropia. Duplicare del buon materiale realizzato da altri è sicuramente un metodo molto efficace per aumentare le visite al proprio sito, ma non aggiunge alcun valore alla rete, a mio avviso.

Oggi, tuttavia, farò un’eccezione. Per due ragioni: la prima è che ritengo che il video in questione valga davvero la pena di essere condiviso con quanta più gente possibile, dato che ne ritengo il contenuto estremamente importante. Nella versione inglese di questo articolo mi sono limitato in effetti a riportare solo il collegamento al sito dove è possibile visionare il filmato originale in inglese. In quella italiana, invece, ho incluso il video vero e proprio in tre parti. Questa in effetti è appunto la seconda ragione: la versione doppiata in italiano è disponibile su YouTube suddivisa in tre spezzoni e, anche se potete ovviamente andarli a vedere lì, ho pensato fosse comodo riportarli tutti e tre in un singolo posto.

Il video si intitola «La Storia delle Cose», è stato prodotto dai Free Range Studios e sponsorizzato dalla Tides Foundation e dal Funders Workgroup for Sustainable Production and Consumption. La relatrice è Annie Leonard. La versione italiana è stata realizzata da Roberto Lorusso e Nello De Padova di DePILiamoci.

Raccomando a tutti di condividere questo documento con parenti e amici perché, sebbene molto di ciò che vi viene detto probabilmente è a conoscenza della maggior parte di noi, lo scenario complessivo che scaturisce dal mettere insieme tutte le informazioni è davvero impressionante. Dobbiamo meditare seriamente su tutto ciò perché di questo scenario siamo tutti responsabili in un modo o nell’altro.

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5 commenti su “La Storia delle Cose
  1. utente anonimo ha detto:

    Hai fatto benissimo Dario.

    Ho visto con molto piacere l’intero filmato e sono convinto anche io che vada visto da più gente possibile, proprio perchè è una questione troppo importante per essere ancora snobbata. Comunque, vedendo il video, mi è sembrato che la situazione negli U.S.A sia più drammatica che in Europa.

    Ad ogni modo è una questione seria su cui si dovrebbe discutere, però mi chiedo veramente cosa possiamo fare noi di concreto per cambiarla. Perchè sì, puoi dire “hanno ragione” quante volte vuoi, ma intanto ? cosa possiamo fare per cambiare ?

    A proposito, prima accennavi al concetto di sostenibilità, ho letto l’articolo che hai linkato in cui ne parlavi e … insomma il tuo discorso non faceva una grinza, però (per ignoranza mia) alcuni dubbi mi sono rimasti. Innanzitutto concretamente cosa provocherebbe questa esagerato aumento di pagine web ? Perchè sarebbe negativo per l’ambiente ?

    E infine un’altra domanda: va bene la sostenibilità, va bene condividere, va bene non duplicare inutilmente, ma ad esempio (perdonami la stupidità delle mie argomentazioni ma come ti ho detto sono abbastanza ignorante in materia) se io volessi fare il backup online dei documenti che tengo nel mio computer per salvaguardarli da eventuali danni o disastri (con windows tutto è possibile) o qualsiasi altra cosa, come posso fare ? devo tenerli unicamente nel mio pc rischiando di perderli per un banale errore ? oppure devo fare backup su hd esterno o su dvd (ma anche quello consuma, uffa!) ?

    Ciao e perdonami se ti ho fatto mille domande, spero che avrai la pazienza di rispondere a tutte 🙂

  2. utente anonimo ha detto:

    Che vergogna, prima non mi sono neanche firmato 🙂

    Un salutone da Alexandro

  3. Avatar photo Dario de Judicibus ha detto:

    @Alexandro Magari avessi la soluzione… comunque, per quanto riguarda la sostenibilità del web il discorso è molto semplice: noi della rete vediamo i contenuti ma la rete è fatta di cavi, di computer, di unità di memoria. Ognuno di questi oggetti ha un costo e una vita e quando è troppo vecchio o si rompe genera rifiuti non sempre riciclabili, a volte tossici. Ovviamente questo vale per qualsiasi computer, indipendentemente dal web, ma da quando c’è la rete è sorta l’esigenza di gestire, memorizzare e trasmettere miliardi di informazioni e tutto ciò ha amplificato in maniera drammatica il problema. Non possiamo impedire alla rete di crescere, ma possiamo evitare duplicazioni inutili delle informazioni. Ad esempio, se metti la stessa foto su Flikr e su facebook, fisicamente sarà memorizzata due volte, eprché sono due sistemi indipendenti, ma se la metti su Flikr e poi su Facebook metti il link a quella su Flikr, avrai riparmiato qualche megabyte di spazio disco. Se ognuno di noi risparmiasse anche solo un mega al giorno, un un anno, il miliardo di persone che accedono alla rete risparmierebbero 365 miliardi di megabyte. È solo un esempio.

  4. utente anonimo ha detto:

    Grazie per la segnalazione.

    Video convincente ma il mio professore di filosofia mi invitava sempre ad avere dubbi…

    Nel caso quindi, analizzando nel dettaglio lo script del video mi chiedo: volendo fare i pignoletti, quali passaggi del discorso sono stati poco giustificati? quali alternative poco considerate? dove il facilitarismo ha preso piede?

    Insomma, l’analisi per quanto sommaria si basa su macroconcetti consolidati ma dove ci porta? e come ci porta?

    Un punto ovviamente debole e’ come ridisegnare i processi da lineari a circolari, per quanto possibili. Farlo centralmente e’ pazzesco. Mettere una molla di denaro, tipo quote di Kyoto, e’ un modo… lasciando al vil denaro il modo di farlo. Basta? non credo. Dopo Kyoto servirebbe altro per far emergere i costi nascosti.

    Nel frattempo i nostri politici (tutti o quasi) discutono di inutili massimi sistemi quando va bene e di affari di letto quando va male…

    Magnus

  5. Avatar photo Dario de Judicibus ha detto:

    @Magnus

    Beh, il video non dà soluzioni ma evidenzia il problema. Risolverlo non è semplice e non credo possa essere fatto con una singola soluzione ma piuttosto con tante iniziative ad hoc. Ad esempio, una maggiore standardizzazione di elementi elettrici e di altro tipo ridurrebbe la speculazione che esiste sulle parti di ricambio, sui cavi, sui connettori, sugli auricolari e gli altri accessori che fan sì che ogni apparato anche della stessa marca abbia i suoi accessori incompatibili con tutti gli altri. Butti l’apparato e devi buttare tutto il resto. Potrà sembrare assurdo, ma semplicemente standardizzare l’attacco dei tubi degli aspirapolvere farebbe risparmiare milioni di euro.

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