Piccole spie


All’indomani della visita del leader del Cremlino Medvedev

Spie arrestate, l’ira di Mosca: «Vogliamo spiegazioni»

Proteste russe per il blitz dell’Fbi: catturati in dieci. «Accuse infondate». Il caso di Anna Chapman.

MOSCA – Lo smantellamento di una rete di dieci spie russe infiltrate da molti anni negli Stati Uniti ha fatto soffiare per alcune ore gelidi venti di Guerra Fredda sul reset nei rapporti tra Washington e Mosca. Ma l’indignazione del premier Vladimir Putin per gli arresti e per la spettacolarità dell’annuncio di lunedì è stata seguita da un messaggio sdrammatizzante della Casa Bianca: la vicenda non influenzerà il reset avviato con successo nei rapporti tra i due Paesi.

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La notizia è di quelle che piacciono molto ai media che si sono subito affrettati a puntare i riflettori sulla più carina delle dieci presunte spie russe che sono state arrestate ieri negli Stati Uniti. La maggior parte di loro sono coppie, alcune con tanto di famiglia al seguito, la classica famiglia americana: madre, padre, figlio, figlia, cane, tv e barbeque.

I vari articoli sui giornali italiani hanno riportato più o meno le stesse notizie, qualcuno si è persino lanciato in un timido tentativo di porsi qualche domanda un po’ più di spessore, come ad esempio “perché proprio adesso?”: se si tratta di un messaggio dell’America alla Russia o piuttosto una questione interna all’amministrazione americana, il solito scambiarsi di messaggi fra falchi e colombe.

In fondo, che negli Stati Uniti ci siano spie russe gli americani lo sanno benissimo e probabilmente, in diversi casi, sanno anche chi sono; così come i russi sanno benissimo che il loro territorio è spiato da agenti americani sotto copertura. Giochi di guerra, una volta presi molto sul serio, poi asserviti più agli interessi industriali ed economici che a quelli politici, oggi forse tornati in voga ma un po’ in surplace, senza farne una tragedia.

Tutti i giornali ne hanno parlato, ma quello che non ho ancora trovato da nessuna parte è il fatto che dietro a questi arresti si cela una tragedia silenziosa, una tragedia profonda che per alcune persone segnerà probabilmente la loro vita per sempre. Mi riferisco ai figli di queste coppie “dormienti” o comunque a basso profilo: bambini nati negli Stati Uniti, bambini americani a tutti gli effetti, che fino ad oggi hanno vissuto la vita e i problemi che vivono la maggior parte dei bambini della loro età negli Stati Uniti: la scuola, le prime relazioni, i primi conflitti adolescenziali.

Immaginate di essere un ragazzino di sette anni: scendete dallo scuolabus giallo che vi ha riportato a casa e ad attendervi, sulla soglia della porta, invece della mamma o del papà, c’è un signora seria che vi dice che dovete andare con lei, che i vostri genitori adesso non ci sono e che ora la vostra nuova casa è in una camerata con un’altra ventina di bambini che non avete mai visto prima. E no, vostra sorella di 16 anni non potrà venire con voi. Lei andrà da un’altra parte. Poi le domande, che riceveranno ogni volta una risposta diversa, una risposta che è tutto meno l’unica che non potranno mai darvi, non ora che “siete troppo piccoli e non potete capire”: la verità. E poi una sequenza di adozioni: se siete fortunati una, se no, prima una, poi un’altra, poi un’altra ancora… In America hanno l’adozione facile e i controlli sugli adottandi sono alquanto discutibili: per alcune famiglie è un business, prendono un tot ad adozione. E comunque non riuscite proprio a capire perché i vostri nuovi genitori vi guardino strano, come se foste dei piccoli extraterrestri: se non vi volevano, perché vi hanno adottati? Perché sembrano non amarvi?

Famiglie spezzate, verità nascoste se siete piccoli, verità rivelate se siete grandi, e forse è anche peggio. Perché per il tuo ragazzo, per le amiche di scuola, per il mondo intero, non sei più una brava sedicenne americana, ma la figlia di spie straniere, che vengono da un mondo che non conosci e del quale non parli neppure la lingua; sei la figlia di mostri, di traditori, di nemici della nazione e questo, nell’America a stelle e strisce è quasi peggio di un’accusa di pedopornografia.

Alla fine non importa perché quegli uomini e quelle donne siano stati arrestati: giochi di guerra, politica interna, equilibri di potere. Il loro arresto non ha nulla a che vedere con quello che hanno fatto, è solo un messaggio, un SMS della politica fatto di carne ed ossa invece che di bit. Ma la conseguenza di tutto ciò è che un certo numero di bambini si sono visti crollare il mondo attorno e sono stati precipitati in un incubo che non sarà né breve, né indolore. Se i loro genitori saranno condannati, anche loro sconteranno la pena della separazione e dell’adozione: separazione dai genitori, forse dai fratelli e dalle sorelle. Se alla fine, dopo un inevitabile processo e condanna i loro papà e mamme saranno usati come merce di scambio e potranno tornare nella loro madre patria, si ritroveranno comunque in un altro mondo, un mondo alieno alla loro cultura e alla loro lingua, che forse avevano imparato a considerare se non più il nemico, almeno l’antagonista, e che adesso è diventato, volenti o nolenti, il loro.

Si dice che le colpe dei genitori ricadranno sui figli. Questa storia ci insegna quanto sia vero. Una storia che ancora non ho letto sui giornali, non ho ascoltato in televisione, perché ormai le notizie sono solo prodotti, prodotti preconfezionati che seguono schemi scontati e si sa, in un prodotto commerciale non c’è più posto per un pizzico d’umanità.


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