Stato, Chiesa e Banche: i poteri forti che non esistono


Tre esempi di poteri forti, quelli che Monti afferma non esistere nel nostro Paese: lo Stato, la Chiesa, le Banche.

Lo Stato

Immagini tratte da fonti varie in rete

Il primo: di fronte alla richiesta del Codacons, l’Associazione Nazionale dei Consumatori, di rendere pubblici i dati relativi alle spese relative alla parata del 2 giugno, il Quirinale ha risposto così:

I documenti di cui viene richiesta l’ostensione dovrebbero essere esclusi perché “inaccessibili” per motivi attinenti alla sicurezza, alla difesa nazionale, all’esercizio della sovranità nazionale ed alla continuità ed alla correttezza delle relazioni internazionali.

Forte del 68% degli italiani che, secondo un sondaggio prodotto dall’Istituto Swg per Agorà, la trasmissione di Rai3, erano contrari alle celebrazioni, con una punta dell’86% per la fascia compresa fra i 18 e i 24 anni d’età, e considerando la risposta assolutamente inaccettabile in un Paese democratico, il Codacons ha fatto ricorso al Consiglio di Stato per far rendere pubblico il conto. In fondo non è necessario arrivare al minimo dettaglio ma fornire cifre precise di consuntivo per le voci di spesa principali. Da tener presente poi che le celebrazioni nazionali del 2 giugno hanno sempre avuto un codazzo di celebrazioni e banchetti in tutte le regioni, province e comuni d’Italia, magari non ricche come quella che si è tenuta la sera prima al Quirinale, costata, si stima, almeno 200mila euro, dato che in genere questo tipo di servizio di catering costa circa 100 euro a persona e gli invitati erano 2.000.

La Chiesa

Immagini tratte dal Corriere della Sera

Quello che vedete nelle foto è un tale, vestito di nero bordato di rosso e un cappello rosso a cono in testa con la scritta «Inquisizione», che alcuni giorni fa, in occasione della visita di Benedetto XVI a Milano, aveva tentato di protestare contro la Chiesa. Sulle spalle si era appeso un cartello con una scritta che spiegava il motivo del suo dissenso, magari un po’ sgrammaticata ma sicuramente chiara nei contenuti, assieme alla notizia dell’ennesimo suicidio dovuto alla crisi economica, questa volta di un’anziana pensionata.

Madonna, perché non togli le ricchezze del Vaticano e aiuti la gente che stanno morendo di fame o hanno perso un lavoro.

La sequenza fotografica, tratta dal Corriere della Sera, mostra come sia stato immediatamente circondato e allontanato dalla polizia, secondo un copione visto fin troppe volte ogni volta che qualcuno in Italia protesta contro il Papa, grazie all’enorme influenza che la Chiesa ha sulle istituzioni sedicenti “laiche” del nostro Paese. Secondo il giornale si tratta di uno squilibrato, con problemi psichiatrici, ma al di là del fatto che anche a un pazzo uno Stato democratico dovrebbe dare libertà di espressione, è dall’epoca di San Francesco e anche prima che la Chiesa viene accusata di eccesso di ricchezza e di non occuparsi come dovrebbe dei più deboli. Dobbiamo dunque mettere fra i pazzi anche Arnaldo da Brescia, San Francesco, Martin Lutero, John Wycliffe, Jan Hus e molti altri? Se sì, si consoli l’inquisitore: lui è stato solo allontanato, molti dei suoi predecessori sono stati messi al rogo come eretici.

Le Banche

Tre ex-Intesa Sanpaolo: i ministri Passera e Fornero e il sottosegretario Ciaccia

Secondo il Sole 24 Ore, la stima a fine ottobre dell’evasione fiscale da parte della maggior parte dei più grandi istituti bancari italiani era di un totale di due miliardi. A tanto ammonta infatti il contenzioso fra banche e Fisco, ma la cifra potrebbe salire ulteriormente. Si tratta delle contestazioni dell’Agenzia delle Entrate alla gran parte del sistema bancario italiano per “abuso di diritto”. Diverse le transazioni già avvenute, ora sarebbe la volta di Intesa Sanpaolo, la banca guidata fino a poco tempo fa dall’attuale Ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera. Riporta il quotidiano:

Dal bilancio 2010 emergeva che il contenzioso dell’istituto con il Fisco ammonta a 1,65 miliardi, cui si sommano 119 milioni come evidenziano nella relazione al 30 settembre 2011. Alla transazione con il Fisco sta lavorando la banca, ma non è dato sapere quali sono gli importi oggetti delle trattative con l’Agenzia dell’Entrate. Il consiglio di gestione di Ca’ de Sass di ieri non è stato, comunque, risolutivo a riguardo.

Così il Monte dei Paschi patteggia per 260 milioni, Banca Intesa per 250 milioni, la Banca Popolare di Milano per 186 milioni di euro, e Unicredit per 99 milioni di euro. Una vittoria del fisco? Mica tanto. Ad esempio, il patteggiamento per 260 milioni di MPS è a fronte di 1,08 miliardi di euro di contestato. Chi è che ci ha davvero guadagnato? Il fisco o la banca? In pratica il patteggiamento ha funzionato come un mezzo condono: si paga molto meno per chiudere tombalmente il proprio passato. Sarà un caso che da Intesa Sanpaolo, ad esempio, non sia arrivato solo Passera al governo ma anche il ministro Elsa Fornero e il sottosegretario Mario Ciaccia, solo per nominarne alcuni? È davvero così fantascientifico parlare di «Governo delle Banche»? I fatti mi farebbero pensare di no.


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