Babbo Natale è nato a Napoli


Chi finora pensava che Babbo Natale vivesse fra i boschi e le nevi della Lapponia si prepari a una grande sorpresa: il vecchietto vestito di panno rosso, con il volto incorniciato da una candida barba e i due occhioni azzurri e brillanti che tutti gli conosciamo vive in Italia, anzi, per essere più precisi, a Quarto, una cittadina in provincia di Napoli. E ha anche un nome che di natalizio ha davvero poco: Armando Narciso. Spetta infatti a lui il diritto di fregiarsi del titolo che ha fatto e continua a far sognare generazioni di bambini in tutto il mondo. Diritto che ha fatto prevalere anche nei confronti delle Poste Italiane che hanno dovuto chiedere a lui, e solo a lui, il permesso di emettere un francobollo con l’immagine di Babbo Natale.

Quando nel lontano 1991 il signor Narciso si rivolse alla Camera di Commercio di Napoli chiedendo di depositare il marchio "Babbonatale", nessuno avrebbe immaginato le conseguenze che quel gesto avrebbe comportato. Dopo due anni di trafile, il signor Narciso riuscì finalmente a ottenere il certificato definitivo del ministero dell’Industria e del Commercio che lo nominava Babbo Natale ufficiale sia per l’immagine che per la scritta, diventando, a buon diritto, il primo, indiscusso e mitico vecchietto portatore di doni made in Italy. «Decisi di fare la richiesta di brevetto», racconta oggi il signor Armando Narciso, un pensionato delle Ferrovie dello Stato che vive nella cittadina campana con moglie e due figli, «perché, ogni anno, per far felici i miei bambini avevo l’abitudine di travestirmi — come del resto molti altri papà — da Babbo Natale. Anche se sapevano che dentro a quello strano vestito c’ero io, per loro si trattava pur sempre di una grande festa. A ogni mia apparizione erano visibilmente commossi anche se dicevano che, in fondo in fondo, avrebbero voluto conoscere e scrivere al "vero" Babbo Natale. Mi bastarono quelle parole per capire che si trattava di un’esigenza comune a tanti bambini e a tanti genitori e allora decisi di depositare il marchio».

Tutta la famiglia Narciso è ora impegnata a rispondere alla montagna di letterine che arrivano da ogni parte del Paese. Dopo aver depositato il marchio, il signor Narciso ha infatti chiesto alle Poste di intestare una casella postale al mitico personaggio natalizio. Passato il primo momento di stupore e dopo aver controllato i certificati del ministero, i funzionari delle Poste non hanno potuto far altro che acconsentire alla bizzarra richiesta. Il risultato è che i bambini di tutta Italia, e non solo, non devono più scrivere genericamente a «Babbo Natale, via del Cielo, Paradiso», ma possono indirizzare i loro desideri in modo più preciso a «Babbo Natale, Casella Postale 70, 80010 Quarto (NA)» certi che qualcuno leggerà i loro sogni e che risponderà alle loro richieste.

Le stesse Poste Italiane hanno dovuto, qualche anno fa, fare i conti con il marchio registrato. Avendo come consuetudine quella di emettere annualmente un francobollo di ispirazione natalizia, nel 1996 il soggetto prescelto fu proprio il buon Babbo Natale. Non ci volle molto a capire che, però, da quel momento in poi era indispensabile che Armando Narciso, unico detentore dei diritti sul marchio, concedesse l’autorizzazione di persona. Richiesta a cui, per altro, il signor Narciso ha acconsentito volentieri a due condizioni: sul francobollo doveva venire indicato come luogo di nascita (una dicitura comune a tutti i valori bollati) la città di Napoli e disporre poi di un numero cospicuo di cartoncini che riportano l’affrancatura ad hoc e con i quali risponde ai minicorrispondenti.

Ma cosa scrivono i bambini di oggi al Babbo Natale partenopeo? «Normalmente chiedono i soliti giocattoli», risponde quieto e soddisfatto il signor Armando. «Durante la guerra volevano che aiutassi i bambini dei paesi coinvolti nel conflitto oltre, naturalmente, a fare del tutto perché i bombardamenti cessassero e tornasse la pace. L’infanzia di oggi è infatti molto attenta alla realtà che la circonda».

Il nome e l’iniziativa di Armando Narciso hanno fatto presto il giro d’Italia. Pagine e pagine di giornale e numerose trasmissioni televisive hanno raccontato in lungo e in largo del Babbo Natale nostrano. «Per me è diventata una missione nata dal desiderio dei miei figli e poi dalle lettere di tanti altri bambini», racconta il signor Narciso. «Ho improvvisamente capito che per alcuni bambini potevo essere un tramite in situazioni di difficoltà. Quando mi giunge una richiesta di intervento, non potendo risolvere i problemi personalmente, faccio il possibile per diffonderla attraverso la stampa e, se possibile, la televisione. Confesso, però, che non avrei mai pensato che questa figura fosse ancora così tanto amata dalla gente». Pare, infatti, che a scrivere a Babbo Natale non siano solo i più piccoli ma anche diversi adulti, che si rivolgono a lui con il desiderio, forse, di prolungare la fiaba infantile.


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