Responsabilità e rischio


DAL VOSTRO POLITICAMENTE SCORRETTO VICINO DI RETE

«Forse se eviti di ubriacarti e di svenire, non ti trovi in certe situazioni. Perché prima o poi il lupo lo trovi.»

Sull’inapropriatezza di questa frase credo che nessuno, almeno fra coloro di mia conoscenza, avrà da ridire. Tuttavia, come al solito, quando vengono fatte queste affermazioni, si creano subito due “partiti”, come negli scacchi: i bianchi e i neri. Ognuno si pone agli estremi dell’asticella e sostiene con forza le sue convinzioni sostenendo che chi sta dall’altra parte è … e qui mettete al posto dei puntini tutti gli epiteti che vi vengono in mente.

Ragionare, argomentare, approfondire, sembra essere diventata un’opzione se non un semplice fastidio. Proviamo a farlo, invece. Iniziamo col dire che una donna — ma vale poi per tutti, anche per un uomo, etero o meno — deve potersi vestire, andare a una festa, passeggiare di notte per strada, bere e al limite, anche ubriacarsi, senza temere di essere violentata. Anzi, gli uomini attorno a lei dovrebbero proteggerla proprio nel momento in cui, per qualsiasi motivo, anche per un semplice malore, dovesse mostrarsi debole o non in grado di difendersi, reagire o ragionare. Ad esempio, se perde i sensi.

Questo deve essere un punto fermo.

Detto questo, il mondo è pericoloso. Non lo è solo per le donne. Molte volte mi è capitato, soprattutto all’estero e soprattutto negli USA, di dover andare in quartieri considerati pericolosi, soprattutto per gli stranieri. Lì ti davano regole semplici: non vestirti elegante, non mostrare il portafoglio, non avere addosso gioielli od orologi vistosi, se succede così fai in quella maniera. Sono stato anche in aree di guerra, in città o quartieri dove potevi essere considerato il nemico, e lì addirittura avevi delle regole su con chi parlare e con chi no, dove potevi guardare e dove dovevi distogliere lo sguardo, come dovevi muoverti e via dicendo. È semplice buon senso. Ci sono luoghi o situazioni dove ci vuole poco per ritrovarsi nei casini, e di quelli brutti, e dove anche gli uomini rischiano di essere stuprati. E se pensate che siano pochi al mondo, ricredetevi. Una bella fetta di mondo è pericolosa se non sai quali sono le regole del gioco da quelle parti. Se le conosci, ci sono invece buone possibilità di uscirne indenne.

Quindi, fermo restando il primo punto che ho detto, ci sono alcuni consigli che a mio avviso sarebbe bene seguire, e non valgono solo per le donne.

Primo: non ubriacarti. Io sono astemio, quindi di parte, ma uno dei motivi per cui non bevo e non mi drogo NON è perché lo considero eticamente sbagliato. Anzi, per me sono scelte personali in cui nessuno dovrebbe metterci il becco, ma perché rendersi incoscienti vuol dire diventare vulnerabili, e purtroppo gli avvoltoi esistono, che ci piaccia o meno. Ma se lo devi fare, fallo DAVVERO fra amici. Non gente che conosci appena, perché non sai con chi potresti avere a che vedere.

Secondo: non salire in macchina e non andare a qualche party privato con qualcuno che hai appena conosciuto, anche se ti piace un casino. Assicurati la prima volta di avere con te qualche amico o amica fidata, al limite. Devi ragionare come se potenzialmente chiunque non conosci potrebbe essere una minaccia. Certo, non dovrebbe essere così, ma i predatori esistono ed esisteranno sempre, anche nelle società più civili.

Terzo: vestiti come ti pare ma ricorda che l’abbigliamento deve considerare la situazione contingente. Se vai al mare ti metti il costume; se entri in un luogo sacro, anche non della tua religione, almeno degli short e una t-shirt; se stai a una festa, ti vesti elegante; al lavoro, con un abbigliamento pratico; in palestra con la tuta o comunque abbigliamento sportivo; a casa tua te ne puoi anche andare in giro nudo/a. Lo stesso vale per le situazioni in ambito sociale: se vai in determinati quartieri, come avevano consigliato a me, non esibisci ricchezza e non ti vesti elegante: semplice precauzione. Sarebbe da cretini affermare: ma io ho il diritto di vestirmi come voglio. Se vai in un party e ti vesti in modo da mostrare tette o muscoli o qualsiasi altra cosa uomini e donne vogliono mostrare per far sì volutamente che gli altri ti guardino, stai mandando il messaggio: posso essere interessato/a a fare sesso. Il che NON autorizza nessuno a metterti le mani addosso se non vuoi ma, se nel posto dove vai non c’è nessuno che conosci o ha fama di promiscuità, stai in campana: stai nuotando con gli squali, quindi ne devi essere cosciente. Che di nuovo, se succede qualcosa, nessuno ti deve dire che è colpa tua, ma hai corso un rischio e ti è andata male.

Avevo un amico che faceva free climbing. Era bravissimo. Francese. Come tutti quelli bravi osava ogni volta di più, il che vuol dire che rischiava ogni volta di più. Faceva quello che diceva agli altri di non fare. Giustamente. È caduto. È morto. È stata colpa sua? In un certo senso sì, ovvero: se ti prendi un rischio accetti le possibili conseguenze. Non lo doveva fare? Certo che no: aveva il diritto di farlo. Era preparato e in grado di farlo. Ma gli è andata male.

Quindi: avete il diritto di fare quello che volete? Sì. Farlo implica dei rischi? Purtroppo sì. Siete abbastanza intelligenti da mantenere il livello di rischio basso? Beh, vedete di farlo. Non lo fate? Avete una (piccola) responsabilità anche voi nell’accaduto. Questa è un’attenuante per il predatore? Cavolo, no! Semmai è un’aggravante e ci si deve andare pesanti con la pena. Ma pensare di poter fare qualunque cosa in qualunque modo senza curarsi delle conseguenze è da cretini e se passa questo messaggio, purtroppo, ne avremo ancora molti di questi casi.

Bene. Adesso scatenatevi a crocifiggermi, tanto qualcuno lo farà di sicuro.


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