«Guarda che roba!» mi fa un’amica. Si riferisce allo spettacolo documentato dall’immagine riportata qui di lato: due cassonetti per il riciclaggio di rifiuti riciclabili colmi fino all’inverosimile; quello della carta letteralmente ricoperto di sacchetti di plastica. «Certe cose non dovrebbero succedere! Non lo sanno che la carta va messa nei cassonetti senza il sacchetto di plastica? Sono degli incivili!»
Sono tentato di darle ragione, poi mi fermo a pensare. Lo so, fa male, ma che ci volete fare: è come una droga per me. Insomma — mi dico — io sono un cittadino che con cura e responsabilmente si prende la briga di fare ogni giorno almeno tre sacchettini: rifiuti indifferenziati da una parte, carta e cartone dall’altra, plastica, metallo e vetro dall’altra ancora. Scendo giù, mi faccio la mia passeggiatina fino al classico cassonetto verde per l’immondizia e vi butto il primo sacchettino. Tutto a posto, il cassonetto è quasi vuoto, dato che l’apposito servizio passa regolarmente ogni giorno. Poi faccio qualche altra decina di metri per portare gli altri due sacchetti ai cassonetti per il riciclaggio che, come al solito, sono da tutt’altra parte, anche perché sono molti di meno di quelli tradizionali. Pazienza: un mondo meno inquinato val bene qualche sacrificio. E qui mi trovo davanti a questo scempio: sono giorni che nessuno passa, evidentemente, dato che in genere, un po’ perché non tutti ci stanno attenti, un po’ perché comunque solo una parte dei nostri rifiuti possono essere riciclati, c’è da aspettarsi che ci siano più rifiuti biologici che rifiuti riciclabili. Come giustificare altrimenti tanta abbondanza? Una crisi mistico-ecologica di quartiere? Ne dubito. Che faccio adesso? Svuotare i sacchetti negli appositi contenitori non posso, così mi limito ad aggiungere anche i miei ai due mucchi, rigorosamente separati o quasi, e me ne vado sconsolato.
Inciviltà? Certamente, ma di chi? Chi è veramente l’incivile, qui? Forse vi sembrerà strano, ma quell’enorme mucchio di sacchetti di materiale riciclabile mi fa pensare che in fondo, di gente che si dà da fare perché la raccolta differenziata dei rifiuti abbia successo non ce n’è poca e questo a me sembra un segno di civiltà, non di maleducazione. Poi, certo, c’è il problema della raccolta vera e propria, ma allora, se proprio vogliamo parlare di inciviltà, secondo voi, a chi ci dovremmo riferire? Io, una certa idea ce l’ho…
non si può che concordare con te