Luoghi di frontiera


«Luoghi di frontiera. Antropologia delle mediazioni», di Barbara Faedda e Letizia Bindi, ed. Punto di Fuga, impone una seria riflessione sui rapporti tra le diverse etnie in un autentico quadro delle moderne società postindustriali. Il testo prende l’avvio dalle celebri considerazioni di Samuel P. Huntington, il quale affermò che proprio gli scontri fra civiltà avrebbero rappresentato la più grave minaccia alla pace mondiale. La storia attuale ci sta dimostrando che le trasformazioni dei modelli culturali, sociali, giuridici, politici ed economici sono sempre più profonde e le differenze, come si sa, conducono inevitabilmente alla diffidenza e spesso al rifiuto e allo scontro.

Le autrici di «Luoghi di frontiera. Antropologia delle mediazioni» offrono indagini e approfondimenti di una tematica che trova la sua applicazione, oramai, in ogni ambito della vita sociale: dalla convivenza, spesso difficile, tra individui e gruppi appartenenti a diverse culture, al rapporto, non sempre facilmente gestibile, all’interno delle aziende, della scuola, dei tribunali, delle carceri. Il libro è diviso in due parti: nella prima Barbara Faedda tocca alcuni punti “focali” collegati alla questione immigrazione, alla nozione di identità culturale e nazionale, ai concetti di “straniero”, “diverso”. La sezione curata da Letizia Bindi, con cui il volume si chiude, approfondisce aspetti come la mediazione di comunità e la risoluzione dei conflitti potenziali e reali, tra componenti diverse della popolazione, all’interno di specifici spazi urbani. Spazi intesi anche come luoghi di eventuale dialogo tra diversità culturali, che possono determinare la conflittualità o l’apertura di un incontro proficuo e di una collaborazione positiva tra residenziali e migranti.


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