Ennesimo caso di sottrazione internazionale di minore: una donna indonesiana di 31 anni è scappata all’estero portando con sé la figlioletta di 5 mesi e sottraendola così al padre, uno spedizioniere genovese.
La donna si è recata prima al consolato indonesiano a Genova e poi all’ambasciata a Roma dove ha ottenuto un certificato di sostituzione del documento d’espatrio della figlia asserendo di aver smarrito il passaporto originale, fornendo agli addetti una nuova fotografia della bambina, chiamandola col cognome materno e affermando che il padre non aveva voluto riconoscerla.
L’ambasciata, sulla base delle semplici affermazioni della donna e senza effettuare alcun controllo ha così rilasciato il documento che ha permesso alla donna di passare la frontiera senza che nessuno abbia potuto fermarla dato che formalmente il certificato era valido. Ora si trova a Giakarta con la piccola.
L’uomo e la donna avrebbero dovuto vedersi martedì in tribunale per la definizione dell’affidamento della bambina. L’accordo fatto era, come al solito, estremamente favorevole alla donna, dato che avrebbe avuto non solo l’affidamento della figlia ma anche l’abitazione familiare — unico divieto quello di espatrio della figlia — in modo da dare al padre la possibilità quantomeno di vedere la bimba un paio di volte a settimana.
Nonostante questo, il sotterfugio e la conseguente fuga. E ora il padre dispera di poter più vedere sua figlia. Inutile dire che nessuno pagherà per l’incredibile superficialità nel rilascio del certificato sulla parola. Tanto più che non esiste alcun accordo fra Italia e Indonesia per gestire questo genere di situazioni e l’esperienza ci insegna come l’Italia si sia sempre tirata indietro di fronte alle tante sottrazioni internazionali di minore quando a subirle sono stati i genitori di sesso maschile.
Così, mentre i nostri politici si occupano di primarie, come Prodi e Bertinotti, di crisi interne, come Fini, di possibili modifiche alla legge elettorale in vista delle prossime elezioni, come Berlusconi, un’altra bambina crescerà lontana dal padre, orfana di un genitore che la ama e al quale questa società insensibile e sessista ha negato il diritto/dovere alla genitorialità.
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