La cultura dominante parla inglese


Ieri ho guardato due documentari, uno su Discovery Civilization e un altro su History Channel. Entrambi i canali sono inclusi in uno dei bouquet di SKY Italia, la principale tv a pagamento che abbiamo in Italia, risultante dalla fusione delle televisioni Stream e Telepiù. Considerate che in Italia praticamente non abbiamo TV via cavo, poiché abbiamo una buona offerta di trasmissioni gratuite, quindi tutte letv a pagamento sono satellitari. A proposito, tutti i canali sono doppiati, poiché la in genere gli italiani non amano guardare film con audio originale e sottotitoli.

La maggior parte dei documentari dei canali SKY sono abbastanza buoni, ma quando trattano argomenti che conosco, specialmente se si riferiscono all’Italia o all’Europa in generale, ho notato che spesso adottano il punto di vista della cultura anglosassone, principalmente quella americana. D’altra parte, buona parte di quei documentari sono stati prodotti negli USA o nel Regno Unito, quindi non è una sorpresa e non necessariamente una colpa, ma c’è un effetto collaterale preoccupante.

National Geographic, Discovery Channel, History Channel, e la maggior parte di questi canali specializzati vengono trasmessi in molti Paesi diversi e di solito doppiati in molte lingue diverse. Quindi milioni di persone nel mondo guardano i loro documentari. Il risultato è che un punto di vista così parziale sta diventando cultura globale. Tutti gli altri punti di vista sono per lo più ignorati, specialmente dalle nuove generazioni che non hanno le conoscenze per verificare se tali informazioni siano vere o false, parziali o imparziali, complete o incomplete.

Non voglio discutere qui se le informazioni trasmesse attraverso quei documentari siano corrette o meno. Ognuno può avere la propria opinione in merito. La qualità è solitamente alta, ma la cultura è spesso una questione di opinione, e le opinioni possono differire. In ogni caso, è un dato di fatto che la maggior parte dei documentari realizzati da produttori italiani, francesi, tedeschi e molti altri non anglofoni non vengono distribuiti nei Paesi di lingua inglese, specialmente negli USA. Quindi, c’è una situazione asimmetrica.

Questo problema esiste anche per i film. Infatti, il cinema è un altro canale per diffondere concetti e cultura in generale. La maggior parte dei film non in inglese non è doppiata e un film con sottotitoli non può competere con un film in inglese. Inoltre, distribuire un film non in inglese negli USA è una sfida. In effetti, c’è praticamente un trust che impedisce ai distributori stranieri di operare nel mercato statunitense. D’altra parte, oltre il 50% dei film distribuiti in Europa sono stati prodotti negli USA, e naturalmente, essendo doppiati, possono facilmente competere con le produzioni locali.

Quindi, il risultato è che il punto di vista inglese sta diventando sempre più la cultura dominante. Questo è vero per film, canzoni, libri e molti altri beni culturali. Ad esempio, una percentuale significativa di scrittori inglesi viene tradotta in altre lingue, mentre è estremamente difficile che un autore di romanzi, che non scriva in inglese, venga pubblicato negli USA. Pochissime agenzie letterarie prendono in considerazione scrittori non inglesi, e solo scrittori molto famosi pubblicati vengono tradotti in inglese.

Lo stesso vale per le canzoni. La maggior parte delle radio europee trasmette musica americana e britannica, ma pochissime canzoni in lingue diverse dall’inglese vengono trasmesse negli USA. Di solito quelle spagnole, perché ci sono grandi comunità spagnole negli USA, ma è estremamente raro che si possano sentire canzoni francesi, italiane o tedesche negli USA o nel Regno Unito. Oggigiorno, sempre più cantanti italiani cantano in inglese per poter essere distribuiti sul ricco mercato americano.

Questa situazione sta influenzando anche il web. La maggior parte della blogosfera inglese ignora totalmente quella non inglese. L’opposto non è lo stesso, poiché molti blogger non inglesi possono leggere e commentare articoli in inglese. Sulla Wikipedia Italiana, Wikipedia Francese, Wikipedia Tedesca ci sono molti articoli anche su personalità americane minori, mentre a meno che una personalità non statunitense sia molto famosa, è molto difficile che venga menzionata sulla Wikipedia Inglese.

Diversi siti culturali legati al web 2.0 ignorano semplicemente tutto ciò che non è in lingua inglese. Non puoi aggiungere libri italiani a Shelfari, per esempio, e non puoi cercare immagini su Google specificando in quale lingua stai fornendo i tuoi criteri di ricerca. Google non è male: cerca di identificare la lingua in base alle tue impostazioni o al luogo in cui ti trovi, ma in Europa siamo abituati a passare da una lingua all’altra, quindi dovrebbe essere possibile specificare esplicitamente la lingua.

Un problema simile esiste in Microsoft Office: la lingua è associata alla tastiera. Questo è assolutamente folle. Prima di tutto perché non ha senso cambiare l’impostazione della tastiera solo per scrivere in un’altra lingua, anche perché in ogni caso la disposizione fisica della tastiera non può cambiare, ovviamente. In secondo luogo, perché può capitare in Europa che una persona spagnola che lavora in Italia, scriva in francese utilizzando sia una tastiera italiana che la versione inglese di Word. Molte persone europee conoscono due o più lingue, ma ovviamente hanno un unico tipo di tastiera.

Quindi, l’inglese sta diventando la cultura dominante, e tutti gli altri punti di vista stanno scomparendo o vengono ignorati. Qualcuno ha detto che la storia è scritta dai vincitori. Se questo è vero, la lingua inglese sta per essere la vincitrice, ma…. la vincitrice di cosa? Se c’è un vincitore, c’è una battaglia. Siamo in guerra? Stiamo combattendo una guerra culturale? No, non lo siamo. Stiamo perdendo perché non stiamo combattendo. Cercare di preservare la cultura non inglese, diffondere il punto di vista non inglese negli USA o nel Regno Unito non è solo un dovere per ogni cultura non inglese, ma un valore anche per le persone di lingua inglese. La diversità culturale è una ricchezza per l’Umanità, così come la biodiversità è una ricchezza per la Natura.

Quindi, diffondiamo la parola. Non solo quella inglese, ma tutte le parole di tutte le lingue d’Europa, Asia, Africa, Americhe e Oceania. E cominciamo dal web!


6 commenti su “La cultura dominante parla inglese
  1. utente anonimo ha detto:

    Very good point.

    Opinions get mostly distributed via English as the dominant language. Other speakers are not able to reach such a broad audience.

    This is something to ponder about.

  2. utente anonimo ha detto:

    ..e lor signori hanno appena fatto questa scoperta?

    Hard to believe, but I’ll take your word for i.

  3. Avatar photo Dario de Judicibus ha detto:

    Anonimo #2: «…e lor signori hanno appena fatto questa scoperta?»

    No, non l’abbiamo appena fatta, ma il web sta creando un effetto acceleratore che rende il problema ancora più preoccupante.

    Purtroppo la società italiana è sempre stata molto provinciale e autoreferenziale. Questo fa sì che non si renda conto di quanto la cultura italiana stia perdendo di visibilità del mondo. Le affermazioni rassicuranti dei vari politici, come il Presidente della Repubblica, riescono ancora a far presa su alcuni perché tipicamente l’italiano sa poco di come gli altri lo vedano all’estero.

    Ormai la cultura italiana è ignorata. I Paesi emergenti che hanno adottato l’inglese come seconda lingua, stanno influenzando di più l’arte e la letteratura di quanto facciamo noi. Ormai il nostro Paese è legato ai fasti del passato e non riesce più a produrre un contributo alla cultura globale significativo e soprattutto riconosciuto.

  4. utente anonimo ha detto:

    è vero che l’inglese è la lingua dominante, sia perché è la lingua della potenza dominante sia perché è una lingua pratica e facile da imparare.

    ma è anche vero che fino a qualche millennio fa la lingua dominante era il latino, e guarda poi che è successo.

    probabilmente quando ci sarà bisogno di raschiare ancor di più il fondo del barile ci si accorgerà che costa meno tradurre una trasmissione piuttosto che regalare a tutti un corso di inglese, a meno che non ci si accontenti del fatto che gli ignoranti guardino solo le figure (ipotesi, peraltro, da non scartare).

    l’inglese lo dovrà sapere per forza chi lavorerà nell’informatica e nella finanza (come chi si occupa di filosofia dovrebbe sapere un po’ di greco classico, chi di teologia un po’ di latino, chi di psicanalisi un po’ di tedesco, chi di opera lirica un po’ di italiano…); sarà più pratico per un italiano, un tedesco e un finlandese imparare tutti e tre l’inglese ed esprimersi tra di loro con quello piuttosto che imparare ciascuno due lingue così diverse (come del resto avvenne nell’India coloniale dove esitevano ed esistono migliaia di dialetti).

  5. utente anonimo ha detto:

    MyNetFaves : Public Faves Tagged Informazione

    [..] Marked your site as informazione at MyNetFaves! [..]

  6. utente anonimo ha detto:

    Whether we like it or not the modern thoughts that are prevalent in the free world today, emanated from the UK and found fertile ground in the USA and subsequent in the rest of the world, that’s were real modern democracy come from not the old Roman Empire. Italy seems to have missed the train ….

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*