L’obiettivo di questo articolo è quello di fornire alcuni utili consigli su come scegliere un corso di difesa personale per donne, ovvero come riconoscere i corsi inutili e/o pericolosi. Diffidate cioè dei corsi dove…
…le allieve si allenano tra loro
Le allieve non devono mai provare le tecniche o allenarsi tra di loro!
Questo è di estrema importanza in quanto una donna deve imparare a respingere un avversario superiore in altezza, peso e forza fisica. Inoltre tutta la durata del corso deve essere dedicata a sviluppare le proprie capacità difensive, senza perdere tempo prezioso imparando ad utilizzare i colpitori sui quali ci si esercita. Ogni situazione deve quindi essere studiata, provata, allenata, esclusivamente con un istruttore uomo qualificato.
…vi è un solo istruttore (o pochi istruttori e molte allieve)
Poiché ciascuna allieva deve allenarsi con un istruttore uomo, ne consegue che il rapporto tra il numero delle allieve ed il numero degli istruttori è un altro importante fattore indicativo della serietà del corso proposto. Un buon rapporto non dovrebbe essere superiore a 3:1 o 4:1.
Ne consegue che per 8 allieve è importante avere almeno 2 istruttori uomini e un istruttore donna. Un corso con 12 allieve deve prevedere almeno 3 istruttori uomini e uno o due istruttori donne. Chi organizza corsi con un elevato numero di allieve (superiore a 15) è probabile che sia poco attento alla qualità dei propri insegnamenti e soprattutto poco interessato ai risultati ottenuti da ciascuna allieva.
…non viene utilizzata alcuna attrezzatura specifica
In un corso di difesa personale femminile è indispensabile apprendere le tecniche difensive ed allenarsi utilizzando sempre il massimo della propria forza.
Per potersi allenare in modo realistico è quindi necessario che gli istruttori uomini indossino apposite protezioni ed utilizzino una specifica attrezzatura quali: pao pesanti e focus gloves, caschi con griglia, corpetti per il busto (indispensabili anche per evitare imbarazzo alle allieve durante le tecniche anti-stupro), paratibie rigidi da hockey, guantoni da hockey, conchiglia e paradenti, maschere di vario tipo, para-avambracci, gomitiere, occhiali anti-infortunistici (per la lezione sullo spray).
La frequenza di un corso che non prevede l’utilizzo di una specifica attrezzatura per l’allentamento equivale all’imparare a difendersi leggendo un libro.
…si insegnano tecniche complicate
Le tecniche di difesa, per poter funzionare, devono essere semplici.
Insegnare ad afferrare un aggressore per cercare di buttarlo a terra o di proiettarlo (stile judo) è pericolosissimo. L’uomo e mediamente più pesante di una donna, spesso più alto, ha una massa muscolare più sviluppata ed è abituato ad usarla. Per questo negli sport esistono le categorie di peso e uomini e donne non combattono tra loro.
Insegnare le leve articolari e gli strangolamenti è una sciocchezza. Sono tecniche che necessitano di un lungo apprendimento e che si possono applicare solo in condizioni particolarmente favorevoli. Queste condizioni, solitamente, si riscontrano solo in palestra allenandosi con qualcuno che collabora.
Insegnare tecniche di difesa basate sul dolore è sbagliato. Non c’è alcuna garanzia di riuscire ad infliggere abbastanza dolore da poter risolvere la situazione. La sensibilità varia da individuo ad individuo ed è probabile che l’aggressore abbia una soglia del dolore molto elevata a causa di droghe, alcool o anche solo per via dell’adrenalina prodotta dal suo organismo.
Pretendere che le allieve memorizzino un certo numero di colpi da eseguire concatenandoli tra loro, significa non aver compreso cosa accade (dal punto di vista psichico e fisiologico) ad un individuo durante una situazione di pericolo. Insegnare combinazioni di più colpi in un corso di difesa personale significa non sapere cosa è veramente efficace e cosa non lo è quando c’è in gioco la nostra sopravvivenza.
Se una tecnica, per poter essere praticata, necessita di una particolare condizione fisica, allora significare che:
- è difficoltosa da apprendere,
- deve essere allenata periodicamente,
- non potrà essere eseguita se non si è in condizioni psico-fisiche ottimali,
- sarà difficile ricordarla ed eseguirla a distanza di tempo.
A cosa serve imparare qualcosa che non mi potrà essere veramente utile in condizioni di pericolo? Ricorda: nella semplicità risiede l’efficacia.
…non si svolgono simulazioni
È importante che un parte del corso venga dedicata a riprodurre in maniera realistica varie situazioni tipiche della realtà urbana.
In questo modo tutto quello che viene appreso può essere sperimentato difendendosi con tutta la propria forza in condizioni di stress sia fisico che psicologico. In ogni corso non deve mai mancare la presenza di almeno una istruttrice donna la quale, soprattutto durante le simulazioni, svolge un ruolo di supporto molto particolare e delicato.
…non viene insegnata la prevenzione
La prevenzione è la prima barriera che una donna deve imparare a frapporre tra se ed i pericoli quotidiani. Sottovalutare questo aspetto è un grave errore. Se non si riesce a sviluppare un adeguato comportamento difensivo non solo non sarà possibile prevenire le aggressioni, ma non si riuscirà nemmeno ad essere nella condizione necessaria per affrontarle qualora si presentino.
…le lezioni non si svolgono a porte chiuse
Un corso di anti-aggressione femminile deve svolgersi in un ambiente riservato, senza spettatori e nemmeno passanti occasionali. Ogni allieva deve poter focalizzare la propria attenzione su quello che avviene durante la lezione, senza sentirsi in imbarazzo a causa di estranei o di conoscenti che la osservano.
…non viene rispetto la vostra privacy
Chi frequenta un corso di difesa personale non deve sentirsi in obbligo di condividere momenti che niente hanno a che vedere con le reali motivazioni che l’hanno spinta ad iscriversi. La richiesta di informazioni personali non indispensabili è una violazione della privacy. La pretesa di conoscere le motivazioni per cui l’allieva si è iscritta o la richiesta di raccontare episodi di vita privata è una mancanza di rispetto.
Scattare foto o effettuare riprese filmate durante le lezioni non ha alcuna utilità pratica se non quella di fornire materiale pubblicitario (gratis) a chi ha organizzato il corso. Anche la semplice richiesta di una foto di gruppo alla fine del corso è una grave mancanza di sensibilità nei confronti delle allieve perché costringe coloro che non lo gradiscono a “distinguersi” dalle altre oppure ad accettarlo per uniformarsi alla maggioranza.
…si svolgono lezioni miste uomini e donne
Le situazioni di pericolo e le necessità difensive di una donna sono sostanzialmente differenti da quelle di un uomo. Una donna è improbabile che si troverà ad affrontare rituali di sfida o di provocazione. Un uomo, di contro, difficilmente rischia di essere vittima di attacchi a sfondo sessuale. La donna, inoltre, ha una struttura fisica differente, una aggressività meno marcata e un diverso approccio psicologico ai temi della violenza.
Per questo motivo un corso di anti-aggressione femminile deve essere strutturato partendo dalle reali esigenze difensive e di sicurezza di una donna. Un corso efficace deve quindi essere riservato esclusivamente alle donne.
…si svolge anche una preparazione fisica o atletica
Per restare in forma, perdere perso, migliorare il tono muscolare, non è necessario frequentare un corso di difesa personale.
Durante un corso di anti-aggressione è indispensabile dedicare il 100% del tempo a raggiungere l’obiettivo per il quale si è scelto di frequentarlo: imparare a difendersi. Chi fa svolgere alle allieve esercizi di potenziamento aerobico o altro, potrebbe essere un ottimo istruttore di fitness ma probabilmente non ha una preparazione specifica in materia di difesa personale.
…sono necessarie buone condizioni fisiche
Non ha alcun senso imparare una cosa che necessita di particolari doti fisiche per poter essere utilizzata. Se anche oggi sono in forma ed allenata, come potrà essermi utile quando non sarò in condizioni ottimali o al meglio delle mie capacità? Una difesa personale veramente efficace deve poter essere praticata indipendentemente dall’età, dalla condizione di allenamento, dalla struttura fisica.
…si insegnano arti marziali
La difesa personale, soprattutto se rivolta alle donne, necessita di un approccio specifico e non generico. Le arti marziali sono discipline bellissime e dovrebbero essere frequentate soprattutto per il benessere fisico e psichico. Esse devono anche rientrare nei propri interessi e gusti personali in quanto è indispensabile dedicarvi molto tempo (molte ore alla settimana per diversi anni o per tutta la vita). Chi propone corsi di arti marziali spacciandoli per sistemi di difesa personale, probabilmente sta solo cercando di invogliare gli allievi ad iscriversi.
I pugni ed i calci coreografici sono inutili e soprattutto pericolosi. Per imparare a difendersi si devono apprendere colpi o soluzioni che possono essere portati anche da chi non si allena abitualmente e soprattutto che possono essere praticati anche in situazioni di forte stress emotivo.
…ci si allena a ritmo di musica
I vari corsi di cardio-fit-boxe e simili non insegnano a difendersi.
Tutto quello che viene appreso è ottimo per allenare l’apparato cardio-vascolare, perdere peso, divertirsi. Niente di quello che viene praticato contro un sacco e a ritmo di musica serve per difendersi in una situazione reale.
…è necessaria una lunga frequenza
Chi propone corsi che durano un anno o anche solo 6 mesi, probabilmente sta vendendovi un corso di arti marziali in misura ridotta o un corso di preparazione aerobica.
Nella migliore delle ipotesi significa che ha strutturato un programma troppo complesso, con innumerevoli tecniche da memorizzare, quasi sempre inutili e inutilizzabili. Un buon corso di difesa personale femminile deve avere un programma con una durata ben definita che non dovrebbe superare le 15 ore complessive. È meglio frequentare due volte un corso semplice ed efficace che praticare per 6 mesi qualcosa di dubbia utilità e che induce una falsa e pericolosa sicurezza.
Roberto Cereda ha praticato diverse discipline marziali e partecipato a varie gare e combattimenti anche a livello nazionale e internazionale. Al momento si occupa prevalentemente di difesa personale, con particolare attenzione alle tecniche di antiaggressione femminile. Fra le varie discipline per le quali è autorizzato all’insegnamento, è istruttore e Direttore Tecnico del gruppo IMPACT – Difesa Donne. È anche autore e traduttore di alcuni testi sulla materia oltre che webmaster del sito Tatamido.
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