Viviamo in due mondi diversi: il mondo reale, quello in cui camminiamo, mangiamo e dormiamo, ad esempio, e quello virtuale, dove condividiamo contenuti, raccogliamo informazioni, comunichiamo. Nel mondo reale interagiamo direttamente con oggetti e persone usando il nostro corpo e i nostri sensi, mentre, per accedere al mondo virtuale, abbiamo bisogno di dispositivi specifici come computer e smartphone.
Praticamente, proprio come Alice, dobbiamo attraversare un confine invisibile rappresentato da uno specchio tecnologico, cioè, un display digitale, per accedere al Paese delle Meraviglie del Web. Quindi, i due mondi sono ancora separati. Possiamo spostare contenuti da un mondo all’altro, guardare rappresentazioni del mondo reale attraverso quello virtuale, come in Google Street, o accedere al mondo virtuale attraverso un oggetto del mondo reale, come in Google TV, ma non possiamo vivere contemporaneamente in entrambi i mondi.
Ma cosa succederebbe se rompessimo quello specchio e lasciassimo che i due mondi si sovrappongano completamente? È possibile? Bene, avremmo sempre bisogno di una sorta di bacchetta magica per farlo, cioè, avremo bisogno di qualche mezzo intermedio per sovrapporre i mondi, ma secondo me la risposta è: "sì, possiamo".
A dire il vero, abbiamo già iniziato a farlo. Un esempio è la realtà aumentata, cioè, sovrapporre grafica e testi alle immagini e ai video in tempo reale del mondo reale. Un altro esempio sono i progetti che intendono fornire qualsiasi oggetto di una certa intelligenza per permettere alle persone di interagire con essi, come nei progetti di smarter planet, ovvero quelli della “Rete delle Cose”. Tali esempi dimostrano che, tuttavia, per poter effettivamente creare una realtà totale, dobbiamo implementare due capacità: trasformare ogni oggetto in una potenziale interfaccia con il mondo virtuale e dare la possibilità di gestire qualsiasi oggetto reale dal mondo virtuale.
Un tale concetto esiste già in ambito domotico, ovvero nell’automazione domestica, quindi il concetto è vecchio ma la nostra società finora non era ancora matura per implementarlo come descritto sopra. Ora, tuttavia, siamo pronti: dobbiamo solo mettere insieme tutti i concetti e le tecnologie della domotica, della realtà aumentata e della rete delle cose.
Ad esempio, abbiamo già la tecnologia per convertire il parabrezza di un’auto in un dispositivo di realtà aumentata capace di fornire feedback al conducente in una situazione specifica. Stai guidando, magari sei piuttosto stanco, e la distanza tra la tua auto e quella che ti precede si sta riducendo rispetto alla tua velocità attuale: immediatamente l’immagine di quella macchina attraverso il parabrezza è circondata da un alone rosso, segnalando il potenziale pericolo. Piuttosto semplice, non è vero?
Un altro esempio: entriamo in un negozio al dettaglio. Ci sono molti prodotti sugli scaffali ma, a parte il prezzo, ci sono davvero poche informazioni su ogni prodotto e tutti gli assistenti sono attualmente occupati. Così guardiamo un prodotto specifico attraverso la fotocamera del nostro smartphone e quell’oggetto prende vita. Possiamo cambiarne il colore o applicare diverse caratteristiche opzionali, sfogliare le specifiche tecniche o accedere a varie promozioni di vendita. Naturalmente, potremmo farlo anche usando i nostri occhiali da sole o qualsiasi altro dispositivo adatto che possediamo.
Avere il mondo virtuale sovrapposto a quello reale è come poter accedere in ogni momento a un mondo parallelo, come in un film di fantasia o di fantascienza: un’altra dimensione sempre disponibile ma visibile solo su richiesta. Tuttavia, possiamo davvero parlare di realtà totale solo quando possiamo interagire con quella dimensione parallela per operare anche sul mondo reale. E questo non è lo scenario più visionario: che ne direste se ogni oggetto nel mondo reale fosse in grado di comunicare autonomamente con ogni altro oggetto attraverso il mondo virtuale?
Ad esempio, un’ambulanza che sta portando urgentemente in ospedale un ferito grave, potrebbe inizialmente comunicare il percorso previsto al controllo del traffico per assicurarsi che possa trovare un’onda verde, e mantenere una comunicazione continua con esso nel caso sia necessario cambiare strada, in modo che possa arrivare a destinazione il più rapidamente possibile.
Siamo solo all’inizio di una nuova era, una nuova avventura eccitante, cioè, l’Era della Realtà Totale. Questa non è né fantascienza né meccanica quantistica: possiamo già farlo e lo stiamo già facendo. L’unico limite è la nostra immaginazione.
definitely agreed.
BTW it's funny that "domotics" is being talked as if it was a thing from the past while… it's still in the future 👼
Dario