Il Metodo Scientifico


A distanza di quasi quattro secoli dalla morte di Galileo, spesso ci si trova a dover constatare con rammarico come moltissime persone e purtroppo anche molti giornalisti sembrino ignorare del tutti i principi fondamentali del Metodo Scientifico. Tale ignoranza è alla base di molti atteggiamenti anti-scientifici che spesso sfociano nella più pura superstizione, con conseguenze nefaste per la nostra società: uno fra tutti, il continuo ricorso di molte persone a maghi e presunti guaritori. Al di là del danno economico delle vittime di questi truffatori, il risulato spesso è drammatico sia sul piano medico che su quello psicologico.

Ma cos’è allora il metodo scientifico?

Si tratta sostanzialmente di un insieme di protocolli e di regole il cui obiettivo è garantire in un esperimento o in una ricerca la trasparenza dei procedimenti adottati e l’affidabilità dei risultati ottenuti. In pratica è quello che permette agli scienziati di verificare la correttezza di quanto scoperto dai loro colleghi e quindi permette di sviluppare modelli validi e utilizzabili per sviluppare poi tecnologie che funzionino.

Alla base del metodo scientifico c’è l’alternanza fra teoria e sperimentazione. In pratica, a fronte di una serie di osservazioni e di risultanze si sviluppano una o più teorie, ovvero modelli teorici che dovrebbero spiegare i dati raccolti. Ogni teoria deve quindi fare determinate previsioni che possano essere dimostrate o confutate in maniera chiara da ulteriori esperimenti. Quei modelli che danno previsioni corrette vengono adottati, mentre quelli che danno previsioni errate sono abbandonati, rivisitati per essere eventualmente corretti, o utilizzati solo in ambiti specifici dove comunque risultano essere utili, magari per la loro semplicità matematica.

Questo meccanismo viene quindi iterato ad libitum: dai dati sperimentali allo sviluppo di modelli teorici, da questi alla previsione di nuovi dati sperimentali, e così via.

Naturalmente questo non è sufficiente. Nel metodo scientifico sono comprese molte altre regole, alcune rigorose, altre euristiche. Ad esempio, un aspetto importante è la riproducibilità di un esperimento. Ovviamente tale riproducibilità dipende anche dal controllo che si ha sulle condizioni al contorno. In astrofisica, tanto per fare un esempio, possono passare anni prima di poter ripetere una determinata osservazione dato che tale possibilità dipende da eventi sui quali non possiamo influire. Viceversa, in laboratorio, dove si assume si abbia un controllo quasi totale dei fattori che possono influenzare i risultati di un esperimento, si richiede il pieno rispetto di questa regola per poter convalidare i risultati ottenuti.

Nel metodo scientifico tuttavia non ci sono solo principi di un certo spessore, ma anche regole pratiche ma fondamentali, come quella che conosce ogni buon ricercatore relativamente agli strumenti di analisi: ogni strumento va tarato e verificato prima di ogni esperimento per garantire di non introdurre nei risultati errori sistematici. Sembra una cosa complessa ma in realtà ognuno di noi applica questa regola quando azzera l’ago della bilancia poco prima di pesare la pasta.

Il che ci riporta alla cultura pseudoscientifica che purtroppo permea la nostra società. Sarebbe così semplice insegnare queste cose fin dalle elementari, e allora, perché non lo si fa?

Per quanto ne so, al momento, non esiste una risposta certa a questa domanda. Purtroppo.


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