Spesso si sente parlare di quanto costi la Sanità in Italia, specialmente per quello che riguarda il costo dei farmaci. Quando tuttavia si tenta di proporre qualcosa per porre rimedio a questa situazione, si finisce inevitabilmente per parlare di ticket: lasciarli, abolirli, chi li deve pagare, chi no e così via. Di proposte infrastrutturali, serie, neanche a pensarci.
Ebbene, in questo articolo, vorrei suggerire una proposta molto semplice che a mio avviso potrebbe portare diversi benefici non solo riguardo al semplice costo dei farmaci, ma anche ad altri aspetti che riguardano la salute dei cittadini:
vendere la maggior parte dei farmaci sfusi, ovvero non confezionati
In pratica si tratterebbe di introdurre anche in Italia un meccanismo che esiste già in Paesi come gli Stati Uniti e che consiste nel vendere pillole, tavolette e capsule non in blister preconfezionati o in scatole contenenti un numero predefinito di dosi, ma in bottigliette di vetro preparate ed etichettate direttamente dallo stesso farmacista.
Vediamone i vantaggi.
Dato che il farmaco verrebbe distribuito in confezioni di grosse dimensioni, si avrebbe una sensibile riduzione dei costi di confezionamento e di trasporto. Ovviamente i contenitori dovrebbero garantire l’integrità del prodotto, una volta aperti, ma sarebbero comunque meno costosi delle classiche scatolette di cartoncino contenenti i blister e inoltre sarebbero riutilizzabili e non semplicemente riciclabili.
Naturalmente verrebbero vendute solo le dosi prescritte, al massimo due o tre dosi in più per sicurezza, evitando quindi al consumatore di spendere inutilmente denaro per dosi che non prenderà mai. Inoltre, il fatto di non vendere più dosi del necessario eviterebbe l’accumulo di residui di medicinali in casa che, alla scadenza, andrebbero poi raccolti e buttati negli appositi contenitori, cosa che non tutti fanno.
Inoltre tali residui rappresentano per molte persone una tentazione all’autoprescrizione, soprattutto in caso di sintomi apparentemente simili, pur di utilizzare quanto si ha già in casa ed evitare di tornare ad acquistarli. Le autoprescrizioni sono molto pericolose dato che non sempre gli stessi sintomi sono indice dello stesso malanno e comunque non è detto che a parità di malanno sia opportuno prescrivere la stesa cura se nel frattempo sono cambiate altre condizioni al contorno. Inoltre tenere in casa residui di farmaci che richiedono per l’acquisto una prescrizione medica può essere pericoloso se si hanno bambini. In casa si dovrebbe avere solo quel numero minimo di farmaci assolutamente indispensabili, principalmente tutti quelli che possono servire per un primo soccorso d’urgenza.
Tornando ai contenitori, i farmaci verrebbero quindi ad essere venduti nelle classiche bottigliette di vetro scuro. Queste bottigliette sono riutilizzabili: il farmacista dovrebbe solo provvedere a ritirarle al momento dell’acquisto di nuovi farmaci. In seguito, un opportuno servizio di ripulitura e disinfezione, ne permetterebbe il riutilizzo. Inoltre, non essendoci confezioni di cartone e soprattutto blister in metallo e plastica, si eviterebbero ulteriori rifiuti che andrebbero comunque trattati, senza contare che diverse persone hanno la brutta abitudine di buttare i blister con ancora alcune dosi all’interno, con grave rischio di inquinamento chimico dell’ambiente.
Un altro aspetto da non sottovalutare è quello che vedrebbe rivalutato la funzione del farmacista, che oggi sempre più si trova a fare la parte del semplice venditore di farmaci, mentre una volta rappresentava un ruolo importante, complementare a quello del medico di famiglia, nella gestione della salute dei cittadini.
Un altro risparmio riguarderebbe i fogliettini illustrativi. Invece di fornirli assieme ai farmaci, questi potrebbero essere stampati direttamente da un piccola stazione di lavoro collegata ad Internet. La stazione avrebbe tutte le informazioni dei vari farmaci in una base dati locale, aggiornabile quotidianamente dalla rete. Già oggi la maggior parte delle farmacie è dotata di un PC, quantomeno per gestire gli aspetti amministrativi dell’esercizio. La stessa stazione potrebbe quindi stampare sia il foglietto illustrativo a partire dai dati aggiornati, sia l’etichetta da incollare sulla bottiglietta a fronte della prescrizione del medico.
Sarebbe inoltre possibile, a questo punto, accedere a una scheda personale del paziente, dietro sua autorizzazione, per permettere la stampa di istruzioni personalizzate. Ad esempio, se il paziente dovesse soffrire di particolari allergie o essere già in cura con altri farmaci, questa informazione, incrociata automaticamente con le specifiche del farmaco da acquistare, permetterebbe di stampare istruzioni più accurate su come procedere alla somministrazione del farmaco.
Il foglietto sarebbe inoltre di dimensioni ridotte, dato che conterrebbe solo i dati relativi allo specifico dosaggio e all’effettiva preparazione del principio attivo. Nei foglietti inclusi nelle confezioni dei farmaci, attualmente, infatti, è abbastanza comune trovare le istruzioni relative a tutte le forme di somministrazione e a tutti i possibili dosaggi. Questo non sarebbe più necessario con questo meccanismo. Si risparmierebbe carta e si semplificherebbero le istruzioni.
Per concludere, una proposta come questa, oltre a ridurre notevolmente i prezzi dei farmaci permetterebbe di ridurre anche la produzione di rifiuti tossici o comunque difficilmente riciclabili, darebbe maggiori garanzie di sicurezza per i cittadini e porterebbe ad una rivalutazione del ruolo dei farmacisti, con vantaggi per tutti, incluse le aziende farmaceutiche che potrebbero condividere una parte del risparmio sul trasporto e sul confezionamento con i consumatori abbassando i prezzi ma aumentando il guadagno.
Sai che è una buonissima idea? Troppo buona per essere realizzata, mi sa… Un bacio. Flor. PS: Prego! Sono contenta che ti piaccia quella canzone.
Ciao! Ti ringrazio per la visita. Ho trovato il tuo blog molto interessante e credo che tornerò a leggerlo con calma, probabilmente di notte.
Nel frattempo, ti faccio auguri per un Natale e Anno Nuovo STREPITOSI.
Baci
Ariachiara ;D
belle idee ma difficili
In altri Paesi funziona. Perché quindi non potrebbe funzionare anche da noi?
C’è però un aspetto da non sottovalutare: quello della sicurezza. Le confezioni a blister permettono di identificare molto meglio le pillole. Mentre confezioni di vetro riutilizzabili sono sì più ecologiche, ma si confondono molto di più.