ROMA – Festival della Scienza: Steven Chu, fisico sperimentale e Premio Nobel per la Fisica 1997, ha parlato dello stato del pianeta, dell’ambiente e del futuro dell’energia.
Il professore Steven Chu, fisico sperimentale e premio Nobel per la Fisica nel 1997, ha parlato all’Auditorium di Roma dello stato del pianeta, dell’ambiente e del futuro dell’energia nell’ambito delle manifestazioni del Festival delle Scienze 2008.
Chu insegna Biologia Molecolare e Cellulare all’Università della California a Berkeley e dirige il Lawrence Berkeley National Laboratory, dove sta mettendo a punto delle tecnologie in grado di lavorare alla produzione di legno a partire da energia solare, minerali, acqua e CO2 atmosferica.
Le ricerche del professor Chu sono talmente promettenti da aver fatto firmare un accordo fra il Lawrence Berkeley e il colosso petrolifero British Petroleum (BP) per finanziare con 400 milioni di dollari le sue ricerche biologiche e il suo programma per l’Energia Solare che, vale la pena evidenziarlo, va ben oltre il convenzionale obiettivo di diminuire le emissioni di CO2, bensì si pone il traguardo di assorbire e trasformare in legno l’eccesso di CO2 già accumulato nell’atmosfera, invertendo il processo in atto e aiutando le foreste col lavoro di intere fattorie di macchine che operano su questo obiettivo in modo più efficiente di quanto non sappiano fare gli alberi con la fotosintesi alla clorofilla.
Mai si erano sentiti sgombrare con maggior chiarezza gli equivoci sul dilemma antropico/non antropico a proposito dell’aumento di CO2 che sta alla base dell’effetto serra e del cambiamento climatico, se cioè l’aumento dell’Anidride Carbonica sia un processo naturale o sia stato provocato dall’uomo.
Chu ha chiarito infatti che esistono entrambi i contributi e quello non antropico è stato anche imponente in alcune ere, e si ripete con un periodo lungo, dell’ordine delle molte decine di millenni. Ma non c’è dubbio che la crescita della percentuale di CO2 nell’atmosfera, che procede in progressione geometrica dal 1750 ad oggi è strettamente antropica ed è dovuta all’attività industriale e al suo abuso di combustibili fossili che producono emissioni climalteranti, come dimostrato dalla presenza dissonante, rispetto ai cicli naturali di aumento e successiva diminuzione della CO2, che sono invece di periodo lungo.
L’aspetto più straordinario del lavoro del professor Chu è che egli sia il primo ad essere riuscito a coinvolgere una grandissima azienda petrolifera su un tema in cui le "sorelle" del petrolio sono finora entrate solo per ritardarne i progressi e per difendere i loro ingenti investimenti infrastrutturali e le loro rendite di posizione. Stimolato dalle numerose domande del pubblico, il professor Chu ha concluso con una carrellata di azioni concrete possibili per rispondere alle alterazioni climatiche e all’esaurimento delle fonti fossili e ha detto, riferendosi con delle fotografie ad impianti come quello ideato da Carlo Rubbia e ad altre macchine solari termodinamiche, che il solare termodinamico a concentrazione è la tecnologia più promettente per superare anche in convenienza economica le fonti fossili già nel giro dei prossimi 3-5 anni e per essere dispiegata in massa.
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