Riporto quanto affermato dal Ministro degli Interni Roberto Maroni in un’intervista a «Il Sole 24 Ore», riferendosi alle stime che parlano di una spesa di oltre 400 milioni di euro per far votare il referendum nella domenica a cavallo delle due tornate di votazioni per il Parlamento Europeo.
Il premier sa come la pensa la Lega su questo punto. Il risparmio derivante da un abbinamento, bocciato peraltro dal Parlamento, è di soli 173 milioni.
Sinceramente non posso pensare che a capo di un dicastero così importante ci sia un uomo che di fronte alla catastrofe del terremoto in Abruzzo, possa affermare che si possono buttare 173 milioni di euro semplicemente perché così la Lega spera che il referendum fallisca per mancanza di quorum.
Anche perché a questo punto, tutte le persone dotate di un minimo di buon senso e civiltà, incluse quelle del suo stesso partito, sicuramente a quel referendum andranno comunque a votare, fosse solo per mostrare al signor Maroni cosa pensa la gente di chi si permette di sputare su 173 milioni di euro in un momento in cui tutti facciamo fatica ad arrivare a fine mese, tenendo presente che nonostante questo abbiamo raccolto milioni di euro per i terremotati abruzzesi.
Avrebbe fatto meglio a stare zitto. Personalmente ritengo dovrebbe dimettersi, ma ormai si sa come vanno le cose in Italia: i nostri politici ritengono di avere il diritto di poter dire e fare di tutto senza vergogna, offendendosi addirittura se qualcuno li critica. Sarebbe bello se gli stessi leghisti, ovvero la base, la gente, spiegasse al signor Maroni l’assurdità di quello che ha detto. Perché, a mio avviso, anche questo è sciacallaggio, seppure di diversa natura…
Sono ormai anni che si hanno a che fare con uscite di questo genere da parte di Maroni e non solo.
E’ ora di svecchiare questa politica come dice Daniela Melchiorre
Questa volta, però, ha decisamente esagerato. Mi ricorda questo.
Conflitto Senegal-Mauritania: 20 anni dopo… . Ritorno su una tragedia
Il 9 aprile 1989, Diawara (località del Senegal orientale) diventa il teatro di nuovi scontri mortali tra pastori (mauritani e contadini senegalesi. Secondo informazioni riferite dalla stampa senegalese, l’esercito mauritano era intervenuto. Due Senegalesi sono stati uccisi, molti seriamente feriti, ed una dozzina presi ostaggi. Il ministro allora di André Sonko prende apertamente posizione dichiarando al giornale “il sole„ del 17 aprile 1989 che “troppo è troppo„. Questa reazione non è stata