Ieri sera è andata in onda, durante il Tg24 di SKY, un’intervista all’attrice Isabella Ferrari, uno dei tanti VIP che sostengono la manifestazione del 13 febbraio in difesa della dignità della donna. A un certo punto la giornalista le ha chiesto se non ritenesse che anche molte donne avessero una pesante responsabilità in questa continua mercificazione del corpo femminile. L’attrice è sembrata molto imbarazzata e ha glissato alla grande la domanda.
Devo dire che mi sono sentito preso in giro. Da una parte, da liberale, non ho mai giudicato chi facesse uso del suo corpo a fini personali, se adulto e capace di intendere e di volere; dall’altra, da persona civile, ritengo che questa cultura di mercificazione non solo del corpo femminile, ma di certi criteri estetici, finisca per danneggiare tante persone che non rientrando in tali criteri, vedono la loro dignità calpestata, pur essendo individui di indubbio valore.
Il fatto è che c’è davvero troppa ipocrisia da parte di molte donne nell’affrontare questo problema. Infatti, che questo “mercato delle vacche” sia responsabilità unica degli uomini è un’affermazione gratuita e del tutto falsa. Per secoli le donne hanno fatto uso del loro corpo per raggiungere una certa stabilità economica se non addirittura posizioni di potere e influenza, indipendentemente dalle loro capacità. Certo, in una società maschilista era l’unico modo, a quell’epoca, ma oggi le cose sono differenti e le donne non hanno bisogno di continuare a usare questi metodi per fare carriera, sempre che lo vogliano davvero.
Il punto è che adottare questi metodi è molto più facile e conveniente soprattutto per chi, bella e senza tanti scrupoli, non è in grado di mettere sul tavolo altre qualità, e di donne così al potere ne abbiamo viste fin troppe purtroppo, negli ultimi tempi. L’equivalente per gli uomini è l’essere ricchi. Quando Isabella Ferrari dice che bisognerebbe essere valutati per il proprio merito, ha perfettamente ragione, ma questo vale sia per le donne che per gli uomini. Ci sono moltissimi uomini in gamba che sono costretti a vivere una vita grigia, senza che le loro capacità e i loro meriti vengano evidenziati, solo perché non hanno le “conoscenze giuste” o non vengono dalla “famiglia giusta”.
Sotto un certo punto di vista, gli uomini in gamba sono persino più penalizzati delle donne in gamba, oggi, perché per loro è molto più difficile prostituirsi. Quindi, non prendiamoci in giro: basta leggere le intercettazioni telefoniche pubblicate sui giornali per rendersi conto di come queste ragazze se ne freghino altamente di essere mercificate, anzi, tirano sul prezzo, si lamentano di non essere state valutate abbastanza, che i loro “servizi” non siano stati pagati il giusto. E non dimentichiamoci che dietro a molte di queste ragazze, ci sono tante mamme che invece di proteggerle da questo puttanaio, fanno loro da veri e propri agenti, cercando di ficcarle nei letti giusti in modo da far sì che ad avvantaggiarsene sia tutta la famiglia.
Quindi, cara Isabella Ferrari, capisco la tua indignazione, ma un tantinello meno di ipocrisia sarebbe apprezzata.
direi che concordo
Dario.