La ricchezza di un Paese si basa sull’economia produttiva, ovvero sulla capacità di quel Paese di produrre beni e servizi e di generare una buona domanda per gli stessi, sia al proprio interno che, soprattutto, all’estero.
La strategia di produzione più efficace e popolare al giorno d’oggi prende il nome di personalizzazione di massa e si prefigge l’obiettivo di soddisfare i bisogni individuali dei clienti preservando contemporaneamente i vantaggi della produzione di massa, ovvero bassi costi di produzione e prezzi di vendita contenuti.
Ne consegue che il successo di tale strategia e quindi quello dello stesso Paese dipenda dall’esistenza di un’ampia domanda di ogni genere di prodotti e servizi e questo è possibile solo se la ricchezza interna del Paese è distribuita in modo sufficientemente uniforme.
In un Paese in cui la maggior parte della ricchezza è in mano a una piccola percentuale della popolazione, la capacità di acquisto da parte del resto della popolazione è seriamente compromessa. Infatti, sebbene i più ricchi possono spendere una notevole quantità di denaro soprattutto in beni di lusso, questi rappresentano solo una piccola parte dell’economia produttiva e quindi la maggior parte dei beni e dei servizi sono penalizzati a scapito della ricchezza dell’intero Paese.
In pratica, un Paese nel quale la ricchezza è mal distribuita è anche un Paese che tende a impoverirsi e a indebolirsi sempre di più nei confronti degli altri Paesi. Viceversa, un Paese nel quale ogni abitante abbia un certo livello di qualità di vita, si ha un livello adeguato di consumo capace di sostenere la crescita di ogni settore dell’economia produttiva.
Ne consegue che la tendenza che si sta diffondendo nei Paesi occidentali di penalizzare sempre di più le fasce più deboli della popolazione a vantaggio di una cerchia sempre più ristretta di persone, invece di sostenere un livello ragionevole di consumismo e quindi di fatto la visione capitalista della società, ne mina le basi, creando i presupposti del crollo dell’economia produttiva di quel Paese.
È quello che stiamo vedendo anche in Italia con il crollo degli acquisti nel settore dell’industria automobilistica o in altri Paesi dove comunque la ricchezza che si accumula in mano a pochi smette di circolare e quindi di produrre altra ricchezza.
Per concludere, una migliore e più ampia distribuzione della ricchezza in un Paese non è solo eticamente auspicabile ma rappresenta le fondamenta di un’economia produttiva sana e quindi è il presupposto essenziale per la crescita del Paese.
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