Non fare il bambino?

Quante volte abbiamo sentito qualcuno riprendere un’altra persona per aver dimostrato un comportamento infantile o semplicemente per non aver agito come si conviene ad un adulto?

Avete mai provato a sorridere a un bambino per strada? A uno che non avete mai visto, seduto pazientemente nella sua carrozzina mentre i genitori fanno la spesa, con il faccino aggrottato, intento a qualche suo gioco segreto? Oppure a una bambina di pochi mesi in braccio alla nonna, o al fratellino di due anni che aspetta con la mamma la sorella all’uscita da scuola? Fatelo, e scoprirete una cosa meravigliosa: anche se non vi ha mai visto prima, vi restituirà il sorriso. Magari subito dopo andrà a nascondersi dietro alla gonna della mamma o infilerà il faccino nei pantaloni del papà, ma prima di farlo vi sorriderà. Un sorriso semplice, senza alcun significato, fine a se stesso, per il solo piacere di condividere un momento.

Avete mai provato a sorridere a un adulto che non avete mai visto prima? Se è dello stesso sesso vi guarderà strano, come a dire «Ma che vuole questo?» o nel migliore dei casi farà una faccia perplessa mentre cerca disperatamente di ricordare chi siete e pensa «Oddìo, ecco un altro che mi conosce e che non ricordo chi è. Speriamo non mi saluti.». Se è di sesso opposto si scatenano subito tutta una serie di aspettative o di preoccupazioni, a seconda del genere, volendo vedere a tutti i costi dietro a quel sorriso una disponibilità che non esiste e un invito che non c’è.

Non è triste aver perso quella capacità di restituire un sorriso a chi non conosciamo senza dover dare per forza a tutto ciò un qualche significato? Non sarebbe bello potersi dire