Terrorismo e pacifismo: qualcosa da capire


Scritta poche ore dopo la notizia dell’assassinio di Enzo Baldoni e molto prima del rapimento delle due Simone:

Leggo con dolore del brutale assassinio di Enzo Baldoni, a dispetto di tutte le dichiarazioni di ottimismo che erano state diffuse negli ultimi giorni su diversi giornali e canali televisivi. Dovrebbe essere un momento di silenzio e raccoglimento e tuttavia, a costo di sembrare insensibile, credo sia importante sottolineare una lezione che mi sembra molti in Italia non abbiano ancora capito.

Nei giorni scorsi Baldoni è stato presentato per quello che effettivamente era, ovvero un uomo di pace, una persona che non si tirava indietro per aiutare chi in Iraq sta soffrendo a causa di una guerra che non risparmia nessuno, soprattutto, come sempre più spesso accade, i bambini. Si pensava, probabilmente in buona fede, che questo potesse commuovere i terroristi e quindi aiutare nelle trattative per la liberazione, ma così non è stato. Non è stato perché per questa gente, che si nutre di odio e non desidera altro che la cacciata e la distruzione degli infedeli – stiamo parlando di un altro mondo, che vive ancora per molti versi nel medioevo, non dissimile dall’Europa delle Crociate e dei roghi dell’Inquisizione – persone come Baldoni sono molto più pericolose dei soldati che occupano il loro Paese, proprio perché sono lì per fare il loro lavoro e per aiutare la loro gente. Queste persone sono da colpire perché rischiano di sgretolare quella rete di odio che sta alla base stessa dell’esistenza di queste organizzazioni terroristiche.

Senza l’odio, senza il rancore, senza il fanatismo e la certezza, ancor più che di essere nel giusto, che i loro avversari siano nel torto e rappresentino il puro Male, non ci sarebbero ragazzi e ragazze disposti a farsi saltare in aria in un aereo o in un autobus pieno di adolescenti come loro, individui disposti a uccidere centinaia, migliaia di persone in un solo attentato come a New York e a Madrid. I tanti Baldoni che operano in Iraq e in altri paesi dove esistono forti conflitti con forti caratterizzazioni religiose o tribali, sono molto più pericolosi per queste organizzazioni dei governi che li combattono in quanto rischiano di togliere loro il consenso della loro stessa popolazione.

Cerchiamo di ricordarcene la prossima volta che un altro Baldoni sarà rapito – e purtroppo probabilmente succederà ancora – per evitare di sancire noi stessi la sua condanna a morte con le nostre parole di pace e buona volontà. Quando ci rivolgiamo a qualcuno, è importante capire esattamente come ragiona e come potrebbe reagire alle nostre parole. So di essere molto duro a riguardo, ma solo se manteniamo un atteggiamento razionale e coerente potremo veramente aiutare sia i rapiti che gli iracheni.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*