Una Luce per la Vita


Riporto, così come mi è arrivato, un appello per aiutare quella bambina di Perugia della quale abbiamo già parlato in un altro articolo. Aggiungo qui anche la possibilità di scaricare una petizione in formato PDF da compilare e spedire, una volta raccolte le firme, al seguente indirizzo:

Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori

Via Maniconi, 47

06077 Perugia-Ponte Felcino PG

Vi prego: firmate e fate firmare la seguente petizione. Per non far si che anche questa bambina si aggiunga prima o poi alla lista dei tanti bambini desaparecidos italiani o comunque ai quali viene negato l’affetto di un genitore.

Una Luce per la Vita

Raccolta di firme per la tutela di una minore dall’abuso delle Istituzioni Umbre

Perché questa manifestazione è un necessario gesto di richiamo alla CIVILTÀ?

  • Perché è incivile prendere un minore, specie di pochi anni, con la forza pubblica;
  • Perché è incivile che qualcuno decida che un minore debba stare dove non vuole;
  • Perché è incivile che un minore debba essere tolto ai propri genitori e mandato in istituti od altre famiglie;
  • Perché è incivile che la Questura ci impedisca di manifestare pacificamente;
  • Perché è incivile che alla base di tutto ciò ci sia esclusivamente l’interesse economico di adulti che calpestano i diritti, i sentimenti e le necessità dei nostri bambini.

«Lasciatemi in pace voglio stare col mio papà!»

Questo disperato appello viene da una bambina di 8 anni e mezzo che invece di essere ascoltata, compresa ed aiutata dalle istituzioni è diventata un "trofeo da consegnare ad ogni costo" alla madre dalla quale è scappata venti mesi fa. Come è possibile questo tentativo incivile? Perchè la madre è stata un alto funzionario di Polizia responsabile dell’Ufficio tutela minori e convive con un ispettore di Polizia che lavora proprio nel Gabinetto del Questore.

Ecco alcuni fatti che dicono tutto.

  • Dopo solo un mese che il padre è stato fatto uscire dalla casa familiare subisce la 1ª aggressione da parte dell’ispettore-convivente che pretendeva "sparisse dalla vita delle figlie"
  • Dopo pochi mesi il padre subisce la 2° aggressione per aver fotografato le figlie che salutava
  • Quindi la madre trasferisce le figlie in altro Comune, a casa dell’ispettore, per allontanarle dal padre reo di non essere sparito dalla loro vita. Da allora la minore chiede di restare dal padre riferendo di essere stata picchiata dall’ispettore (denuncia sparita nel nulla)
  • La madre per farle accettare l’ispettore come nuovo padre al posto di quello vero la porta da una psicologa del CSM Bellocchio che agisce illegittimamente senza sentire il padre che, saputolo dalla figlia, denuncia la psicologa ed il centro Bellocchio (denuncia sparita nel nulla)
  • Nel 2001 mentre il padre esce dalla scuola materna con la bambina per mano viene brutalmente aggredito dall’ispettore mentre la madre strappa via la figlia chiudendola in macchina da dove assiste urlante all’agonia del padre portato via in autombulanza. A seguito di quest’aggressione (denuncia sparita nel nulla) il padre riporta danni permanenti
  • Nel maggio 2003 la bambina appena uscita di scuola mostra al padre i segni delle violenze materne che vengono certificate dal medico (denuncia sparita nel nulla). A seguito di ciò la piccola si rifiuta di tornare dalla madre implorando il padre di tenerla con lei.
  • Quando le assistenti sociali vengono a casa del padre a riprendere la bimba questa si rifiuta categoricamente ma dalla relazione risulterà la colpa del padre (denuncia sparita nel nulla)
  • Dopo essere stato minacciato dal tribunale per i minorenni che se non la riportava personalmente alla madre il padre avrebbe perso la potestà genitoriale il papà riesce a convincere la figlia a tornare dalla madre. Passati 5 giorni la bambina ripete che la maltrattano e che lì non ci vuole tornare mai più.
  • Mentre un consulente di tribunale dice che il padre deve poter stare molto più con le figlie la Corte d’Appello minorile, attivato dalla madre, con un decreto toglie ogni contatto con entrambe le figlie al padre imponendo la "restituzione" della bambina alla madre
  • Nonostante le imposte sedute con una psicologa del "solito" CSM Bellocchio attestino che la bambina ha una forte interdizione interna all’intera sfera materna, per cui non si riesce a convincerla ad andare dalla madre, la colpa viene data esclusivamente al padre che viene ingiuriato in ogni modo dai giudici in "ossequio" alle offese del legale materno, portavoce regionale del partito di maggioranza al governo.
  • Non si concede di poter contattare la figlia maggiore al padre ma contemporaneamente si decide di lasciargli la minore in attesa di trovare un modo per riportarla alla madre anche facendola passare per un centro di accoglienza dove "ricondizionarla".
  • Richiesta legale del padre (riavere i contatti con l’altra figlia) e della madre (portare via la bimba con la forza pubblica) formulate con stesso procedimento: la prima inammissibile, la seconda ammessa con un artificio procedurale che sfocia nell’ultimo decreto col quale viene autorizzato il prelievo della bambina da scuola, durante le lezioni, anche con la forza pubblica. Anche questa volta il tentativo fallisce per la feroce opposizione della piccola il cui pianto terrorizzato sconvolge l’intera scuola tanto da portare gli altri genitori a protestare vibratamente per l’indegno gesto. Ma ancora una volta la colpa sarà solo del padre mentre la madre, che non telefona alla figlia da un anno, aspetta quello che per lei è solo un "trofeo".

Prof. Ubaldo Valentini


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