Dal numero 146 di RadicalFax del 10 gennaio 2005 una notizia importante:
Il Cairo, 9 gennaio 2005 – Il principale quotidiano egiziano, Al-Ahram, ha pubblicato un dossier di trenta pagine, curato dal dottor Salim Al Awaa, dal titolo «La circoncisione delle donne dal punto di vista dell’Islam», che riporta puntuali citazioni di autorevoli sheikh che dimostrano l’inesistenza di qualsiasi legame tra il Corano e le mutilazioni genitali femminili. La pratica viene dunque condannata in quanto «fondata solo su tradizioni popolari contrarie alla salute fisica e psichica della donna, la cui sessualità è ammessa dal Corano». Una vera e propria svolta nella ormai ventennale battaglia contro le mutilazioni genitali femminili. «Solo cinque anni fa parlarne era tabù, praticarla era normale tra la gente, la sua diffusione era sottovalutata dall’élite, perfino molte femministe la ignoravano; oggi, qualcosa sta succedendo, qualcosa che avrei pensato irrealizzabile», commenta Moushira Khattab, Segretaria Generale del National Council for Childhood and Motherhood egiziano. «Ma le novità non si fermano qui» – aggiunge Emma Bonino — «la televisione e altri media egiziani parlano di questo tema sempre più spesso e apertamente, e dall’Egitto la battaglia si è allargata a tutta la regione; dalla Conferenza del Cairo del giugno 2003 le cose si sono mosse velocemente».
In realtà, la storiella che l’infibulazione fosse una pratica islamica (precetto coranico) è stata tirata fuori dagli occidentali per rafforzare l’idea di un Islam diabolico e incivile.
Antonello Leone
Beh, diciamo che la pratica in questione, peraltro decisamente più antica dell’Islam, è comunque praticata principalmente nei Paesi islamici e che in quei Paesi è considerato tabù discuterne a livello pubblico. In definitiva ad affermare che questa pratica rappresenti un precetto islamico sono sia quelli che la sostengono nel loro Paese, sia quelli che, all’estero, sostengono che quella islamica sia da considerare una religione incivile.
D’altra parte dovunque esistano dei precetti e dove esiste un “clero” o comunque dei personaggi che si assurgono a interpreti di tali precetti, si finisce per far dire ai “libri sacri” tutto quello che queste persone desiderano far loro dire. Lo si è fatto spesso anche con la Bibbia, sia da parte dei cristiani che degli ebrei. Se vogliamo è l’evoluzione del potere dello sciamano che, gettando a terra le ossa di un uccello o guardando i segni in cielo, diceva al capo del villaggio qual’era il volere degli dèi. La contrapposizione fra potere politico e potere religioso è antica quanto l’uomo.